Caracol Olol Jackson. Viaggio dentro ad un esempio di solidarietà sociale.

Il volontariato “militante” è diverso da quello trasversale? Esiste un volontariato di destra ed uno di sinistra? La prima risposta che a noi verrebbe in mente è che il volontariato è solo della gente, fatto per la gente, con la gente. Ma il caso del Caracol, realtà di fondamentale importanza in città e in provincia, è troppo particolare per essere liquidato come semplice centro sociale o progetto di assistenza politico. Si tratta di un progetto unico nel suo genere, che cresce in servizi e partecipazione, che aiuta centinaia di famiglie sotto la soglia della povertà. Non siamo né benaltristi né giudicanti quando si tratta di sociale. Siamo qui per capire. E siamo stati al Caracol per poterlo raccontare così com’è.

Fa caldissimo e appena si apre il portone d’ingresso, il rumore di ventole posizionate sulla velocità massima, ci investe come fossero cicale da ufficio. Decine di donne e di uomini stanno lavorando. Sistemano cesti di verdura e dividono il cibo per generi. La quantità di prodotti è impressionante. Il primo pensiero va ovviamente a chi questa merce la riceverà. Sono persone, famiglie, sempre in aumento, a cui un pacco di pasta, dei fagioli, un po’ di sugo o dei pomodori, sono non solo necessari, ma vitali. Inutile spiegarne i motivi perché sono ben noti. La guerra è arrivata come tragica aggiunta in un quadro d’assieme che il covid aveva rivelato appieno. Chiunque abbia a che fare col volontariato sa bene che negli ultimi 2 anni è cambiato tutto. La situazione, evidentemente, era talmente precaria prima, che la crisi globale ha avuto gioco facile nel ridurre in miseria così tanta gente. Di certo il modello di sviluppo è quanto meno da rivedere. Ma quel che ci interessa oggi qui, sono i fatti, i numeri, le azioni, per poter avere il senso del reale, toccare con mano la vita nascosta dei bisognosi. Si chiamavano “ultimi” un tempo. Ora sono sempre di più e quella parola ha acquisito un senso diverso. Gli ultimi sono i tanti.

Francesco Pavin ci accompagna negli oltre 2000 metri quadrati dello stabile. Pare di essere in una sorta di città nella città. “Al momento siamo attorno ai 260 soci. Sono numeri che ci hanno permesso di partire con ben 100 mila euro di colletta. Chi metteva 200 euro, chi 500, qualcuno anche 5 mila. Abbiamo chiesto il mutuo e credimi che è un mutuo importante. Ma sta andando bene”.

La situazione contingente vede sempre più persone singole con una situazione molto difficile sul piano economico. Parliamo, per chiarire, di chi ha un ISEE inferiore ai 10 mila euro annui. Gente che fatica con bollette e spesa quotidiana, per cui una visita odontoiatrica diventa un miraggio. E senza soldi spesso non ci sono indipendenza e libertà. Ma non vuole assolutamente dire non ci sia dignità e speranza. Sta di fatto che se si è sotto a quella soglia, con una semplice scheda, si può venire al Caracol Olol Jackson e avere una libera spesa da poter fare ogni mese, diritto a cure mediche e accesso ai laboratori culturali.

Lo studio dentistico al Caracol

“La nostra missione è quella di avere una città con più diritti, più cultura e più salute. La grande scommessa è stata quella degli ambulatori. Abbiamo dentista, ginecologa, ottico, psicologo e medico di base. Aggiornati a marzo, contiamo 605 accessi per 215 utenze su territorio comunale. Un buon 70% viene da stranieri ma le percentuali stanno cambiando radicalmente. Al banco alimentare, ad esempio, ora siamo al 50 e 50 tra italiani e stranieri.”

studio medico

“Non siamo una struttura volontaristica a scopo mutualistico – continua Francesco – ma siamo una struttura politica perché immaginiamo la trasformazione dell’esistente. Il senso era di misurarci con una sfida. Non siamo il popolo solo dei no (no Dal Molin ad esempio) ma vogliamo essere il popolo che cambia, che propone, che risolve. E poi c’era il grande desiderio di ridare un senso di comunità dopo la morte di Olol. I legami erano andati dissolvendosi e dopo la sua scomparsa volevamo creare uno spazio non solo di ricordo ma anche dove mettere insieme i pezzi delle battaglie. Parlo di salute con la lotta contro i pfas, parlo dei temi culturali, il sindacalismo, il diritto alla casa. La sfida era nata dopo aver visto il poliambulatorio di Emergency e dopo che un signore in una periferia un giorno mi disse: “anche non potersi curare i denti è una forma di violenza”. Il Caracol è il nostro libro dei sogni, e si stanno concretizzando tutti. Ci manca la scuola popolare perché la pandemia l’ha bloccata ma contiamo di realizzarla appena possibile.”

L’emporio

Un po’ di numeri. Sul versante cibo oggi ci sono 94 famiglie che vengono aiutate in città e nelle prime periferie, fino a Montecchio. Vi è una collaborazione con “stop allo spreco”, progetto che coinvolge il tema del riciclo e dello spreco della grande distribuzione. Quello che si trova a Caracol si chiama emporio solidale e nasce grazie all’aiuto di una delle più grosse coop sociali del territorio.

Tutto viene gestito da volontari. 35 all’emporio e una quarantina agli ambulatori tra medici infermieri, assistenti alla poltrona e segreteria. L’ambulatorio è aperto ogni giorno. Trenta sono poi i volontari per la parte culturale, e gli artisti vengono a rimborso spese.

studio psicoterapico

“Siamo un posto all’avanguardia nella concatenazione delle diversità – prosegue Pavin – perché se è vero che esistono ambulatori popolari o banchi alimentari o centri culturali, nessuno li ha racchiusi nello stesso spazio fisico e nella stessa organizzazione con in più anche la presenza dei sindacati di base. In sostanza abbiamo copiato le case del popolo dei primi del ‘900 e la storia del movimento operaio e contadino. Studiare, acculturarsi e produrre mutualismo. Eravamo a Salonicco pochi giorni fa al meeting degli ambulatori popolari europei e si sta costruendo una rete di ambulatori con altri paesi”.

segreteria sindacato ADL

Sommando tutti quelli che godono dei servizi del Caracol, si arriva oggi a 500 famiglie, un numero che cresce ogni giorno. Anche per questo il Caracol Olol Jackson cerca sempre volontari e donazioni.

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