A Vicenza una donna guadagna quasi 30 euro al giorno in meno rispetto a un uomo (49 euro contro 78 euro). E’ questo il dato allarmante che emerge nell’analisi dei dati e che è al centro del convegno che si è svolto questa mattina a Palazzo Bonin Longare e che rientra tra le iniziative di Equamente al Lavoro, campagna della Regione del Veneto in collaborazione con Veneto Lavoro per la promozione della parità retributiva.
Organizzato grazie al supporto della Consigliera di Parità di Vicenza e con il Patrocinio della Provincia di Vicenza e del Comune di Vicenza, l’incontro rappresenta la terza tappa di una serie di incontri, uno per provincia del territorio regionale veneto, che sono in programma fino a giugno 2024. Obiettivo delle numerose iniziative la riflessione e, soprattutto, la promozione della parità retributiva tra uomo e donna come previsto dalla Legge Regionale 3 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”, approvata dal Consiglio Regionale del Veneto il 15 febbraio 2022.
I DATI SUL GAP OCCUPAZIONALE e RETRIBUTIVO a Vicenza
Secondo quanto elaborato dal centro studi CISL Vicenza l’occupazione nella provincia vicentina si assesta nel 2022 a quota 56,7% di uomini e 43,3% di donne (+ 1,7% le donne rispetto al 2018). La ripartizione percentuale dei lavoratori dipendenti nel settore privato vede inoltre una presenza importante delle donne in alcuni settori specifici (nel 2022 84,8% sanità e assistenza sociale, 76,2% istruzione, 70,1% servizi), nonchè una prevalenza di donne laureate tra gli occupati con il medesimo titolo di studio (oltre 56 su 100 sono donne, ma se consideriamo gli occupati in generale quasi 30 donne occupate su 100 sono laureate contro una media di meno di 17 maschi su 100). “Questo significa – spiega Francesco Peron, Ricercatore del Centro Studi CISL Vicenza – che le donne occupate hanno mediamente un titolo di studio più elevato degli uomini e questo si riflette sulla qualifica lavorativa delle assunzioni analizzate per sesso che vedono al primo posto per peso percentuale le donne assunte in professioni intellettuali. Il disallineamento avviene però nei ruoli dirigenziali dove poco più di un’assunzione su quattro è donna. (27,9% dirigenti donna contro 72,1% dirigenti uomo)”. A pesare quindi sul gap retributivo non è solo la qualifica della lavoratrice ma anche il fattore “tempo”, dove si evidenzia una distanza importante tra assunti per tempo parziale/totale: tra i lavoratori dipendenti gli uomini registrano quota 18,5% di part time contro 81,3% full time, le donne 45,1% di part time contro 54,7% di full time. “Per capire in profondità le diversità di genere nel mercato del lavoro – continua Peron – è necessario analizzare anche il numero di settimane/anno lavorate da donne e uomini: le donne che lavorano 52 settimane sono molte meno rispetto agli uomini (- 52.860 unità) e questo deriva da tipologie di contratti (ad esempio stagionali) e da fattori storicamente culturali”. Il divario di genere che porta al gender pay gap è confermato anche dal divario tra le giornate retribuite: 46,7 milioni per gli uomini (anno 2021 provincia di Vi) e 30,7 milioni per le donne con una differenza di 16 milioni di giornate retribuite. Se si somma questo elemento a quello della retribuzione ecco che emerge in tutta la sua evidenza il “gender pay gap”: il totale delle donne occupate prende la metà degli uomini in provincia di Vicenza” con una media di 28.601 euro di retribuzione base per i lavoratori dipendenti maschi e 17.987€ le femmine. In media una donna riceve al giorno una retribuzione di 49,28€ mentre un uomo 78,36€. Il divario è di quasi 30€. Il gap retributivo si riflette anche sulla situazione pensionistica, con una media che penalizza pesantemente le donne che arrivano a percepire quasi la metà degli uomini.
Ida Grimaldi, Avv. Cassazionista del Foro di Vicenza ed esperta in Discriminazioni di Genere e Pari Opportunità “Il World Economic Forum nel suo Global Gender Gap Report del 2023 ha registrato per l’Italia un arretramento di posizione: dal 63^ posto del 2022 al 79^ posto del 2023. Responsabili di questo gap sono soprattutto l’incidenza del lavoro non retribuito e il part time, quindi la qualità del lavoro per le donne. La Legge Regionale 3/2022 introduce proprio strumenti e misure per contrastare la cultura discriminatoria nelle aziende. La certificazione della parità di genere è uno di questi strumenti: verrà rilasciata alle aziende che adottano una reale politica globale di parità per rimuovere gli ostacoli verso l’integrazione, assegnando un punteggio premiale che porterà a sgravi fiscali e contributivi. La parità retributiva e la qualità contrattuale per la donna significano anche indipendenza economica, prima arma contro la violenza e passo imprescindibile verso l’autonomia non sono decisionale. La leva del denaro spesso viene infatti usata come ricatto, in contesti dove ancora oggi la gestione finanziaria viene affidata ai mariti”.
Isabella Sala, vicesindaca di Vicenza e assessora alle Pari Opportunità: “Il percorso per diffondere la cultura della parità di genere è in pieno svolgimento: con la Consulta stiamo attuando un piano per la città di Vicenza. A partire dal linguaggio utilizzato all’interno delle istituzioni e nella definizione dei ruoli: insieme al linguista Nicola Noro e con la Consigliera Martina Corbetta stiamo elaborando una pubblicazione con delle linee guida per l’utilizzo inclusivo delle parole , perché non pongano limiti ma aprano nuove prospettive”.
“Una delle iniziative più significative – ha aggiunto la Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza Francesca Lazzari – è l’istituzione, tramite la legge regionale 3/2022, di un Registro delle imprese virtuose: uno strumento che dovrà favorire comportamenti virtuosi delle imprese in ordine alla parità retributiva e alle pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra donne e uomini. Questa può rappresentare una certificazione simbolo che faciliti lo sviluppo di un processo culturale di più ampio respiro, che necessita della vigilanza e del ruolo di garanzia offerto dalle Consigliere di parità sul territorio nonché dello sviluppo della centralità di un welfare sociale con una rete di servizi efficace che riduca il carico di lavoro di cura delle donne in ottica di condivisione vera”.
“Ringrazio il territorio vicentino per la grande risposta a questo convegno: stiamo incontrando tutte le province del Veneto per stimolare la riflessione e promuovere la parità retributiva tra uomo e donna come previsto dalla Legge Regionale 3. Prenderà il via proprio da Vicenza la fase della campagna Equamente al Lavoro dedicata agli incontri negli istituti superiori con l’Istituto G.Piovene di Vicenza. I prossimi convegni saranno a Belluno l’8 marzo, a Treviso il 17 aprile, a Verona il 18 maggio e a Venezia il 13 giugno” ha ricordato Silvia Cavallarin, Veneto Lavoro, Coordinatrice UO 7.