La mostra di foto di Diego Cuccarollo all’Osteria al Centro a Fimon

Diego Cuccarollo (per tutti Cucca) è da decenni una presenza fissa in città e provincia quando si parla di musica (soprattutto jazz) e di arte in generale. Lo trovavi dietro al bancone del Pick Up di Bassano, luogo a tutti gli effetti storico a livello nazionale ormai. Poi per anni è stato l’anima di Gianni Beni in Piazza dei Signori. Erano i tempi in cui i dischi si vendevano, non c’erano piattaforme di streaming, i commessi servivano come moderni Virgilio per guidare il cliente sprovveduto verso le meraviglie sonore a disposizione. Oggi Diego lavora sempre dentro al mondo musicale e multimedia ma la sua passione viscerale è quella della fotografia. Nel suo portfolio trovano spazio istantanee talmente intense e capaci di descrivere un mondo in uno scatto che la mostra aperta ora presso l’Osteria al Centro a Fimon (da Carletto per intenderci) è consigliatissima soprattutto per poter avere uno sguardo alternativo e poetico sulla nostra città e non solo.

Diego inizia a fotografare da bambino come assistente ad uno zio fotografo. Erano gli anni sessanta, e la fotografia viveva l’era dell’esplosione del colore e della grande diffusione delle macchinette facili da usare per tutti. Fotografare, da allora, rappresenta per Diego un modo di filtrare emozioni, di fissare per un istante empatie con l’esterno che poi durano per sempre. La mostra a Fimon è divisa in due sezioni: Hometown e Waves. Due mondi, quello cittadino e un altro più onirico e sospeso. Nelle foto di “casa” si scopre una Vicenza come immobile, trasfigurata in una dimensione aliena. Luoghi familiari che però sono destrutturati in uno splendido bianco e nero che coglie delle vie solitarie con personaggi iconici. La sensibilità di Cuccarollo sta nel colpire nel segno nel momento dell’azione. Pare un Hopper senza colori.

Diverso il discorso per la sezione Waves. Lì appare il mare, l’orizzonte, la natura e quasi nessun umano la deturpa, a volte giusto solo una persona occupa lo spazio che altrimenti parla di se e per se. Sono spiagge, rive, campagne, lagune, che hanno visto la vita passare e che ora sono lì a raccontarsi come un correlativo oggettivo di un mondo poetico ma ostile al tempo stesso. Sono foto malinconiche ma piene di vita, di possibilità di esistenza. Velatamente felliniane, si propongono come quadri di dolorosa speranza.

Diego Cuccarollo è alla sua quinta mostra personale. Nel 2020 è stato selezionato per la fase finale al Concorso Internazionale Marco Pesaresi di Savignano sul Rubicone, Rimini. L’esposizione attuale rimarrà aperta fino al 7 di giugno.

Aprile 2024

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