Dopo Nick Mason un anno fa, ora arriva Steve Hachett. Piazza dei Signori pare diventata il luogo in cui la storica musica prog degli anni ’70 ritrova vita attraverso protagonisti leggendari di quell’era, che poi, come tutte le ere classiche, di fatto non passa mai. Hackett nei Genesis era il quinto uomo, quello in disparte, di fatto l’ultimo arrivato, che all’inizio si “limitava” ad aggiungere assoli melodici come nel caso del grandioso finale di Fountain Of Salmacis o i primi esperimenti di tapping (ben prima di Eddie Van Halen) in Musical Box e Giant Hogweed, che a dire il vero gli venivano dallo studio di antesignani come Jimmie Webster e anche l’italiano Vittorio Camardese. In Nursery Cryme però c’era anche la sua prima composizione per il gruppo, quella For Absent Friends cantata dall’altro “nuovo”, un tale Phil, che però in teoria era ancora solo il batterista. Ma questa è un’altra storia. Con Foxtrot l’apporto di Hackett si fa più concreto ma a dominare la band sono ancora gli altri 4. In ogni caso a chiudere il lato A c’era una composizione per larga parte a sua firma, Can-Utility and the Coastliners. Ma è con il disco successivo che il timido chitarrista diventa finalmente protagonista. Selling England By The Pound non a caso rimane il suo disco preferito dei Genesis insieme a Wind And Wuthering e contiene alcuni dei migliori momenti strumentali di Steve. Le scorribande velocissime di Moonlight Knight, il barocchismo di After the Ordeal, i ricami in Epping Forest, ma soprattutto l’epico assolo di Firth of Fifth, uno dei momenti chiave dell’intera storia del rock. Poi c’è I Know What I Like, primo vero successo a 45 giri, che è sostanzialmente scritta da Gabriel, Hackett e Banks, con il riff di chitarra di Hackett, gli accordi di Banks e il testo e le armonie di Gabriel.

L’album fece diventare i Genesis una delle più importanti band al mondo, e a quel punto serviva la definitiva consacrazione. E quel che accadde fu qualcosa che ancora oggi, dopo 50 anni, fa discutere i fans. The Lamb Lies Down On Broadway è uno spartiacque nella carriera del gruppo. Per molti è il loro capolavoro assoluto, per altri è un disco faticoso, per la stessa band fu quasi un incubo. A distanza di anni i soli Gabriel e Collins ritengono quel disco il loro vertice mentre gli altri tre sono decisamente molto più critici. Eppure, The Lamb, che compie 50 anni e che Hackett omaggerà nel concerto vicentino, è uno dei dischi più clamorosi di ogni tempo. Per la storia, per il coraggio, perché dopo il disco precedente potevano tranquillamente andare sul sicuro con un Selling England parte seconda, perché è allo stesso tempo l’ultimo disco dei Genesis con Peter Gabriel, il primo senza di lui e il primo disco solista di Gabriel. E poi perché contiene un’ora e mezza di musica di livello eccezionale.

Quando Gabriel lascia i Genesis, per Hackett in teoria si apre molto più spazio vitale e compositivo. Tanta era la sua sofferenza dopo The Lamb (disco che non ha mai sentito suo fino in fondo) che prima di tornare in studio per il nuovo album si è voluto cimentare (primo della band) con un lavoro solista. Uscì così Voyage Of The Acolyte, album fortemente genesisiano ma decisamente più vicino ai Genesis pastorali di Selling England che a quelli urbani di The Lamb. Disco ancor’oggi godibilissimo e da cui Steve spesso suona brani divenuti classici come Ace Of Wands e Shadow Of The Hierophant, dal finale maestoso. Dopo lo sfogo, il ritorno all’ovile per A Trick Of The Tail, il primo disco del post-Peter, che inaspettatamente diverrà il più grande successo del gruppo fino a quel momento e da lì in poi darà la consapevolezza alla band di essere molto di più di “quelli che suonavano con Gabriel”. Hackett contribuisce al disco con la bellissima Entangled e comunque con molta più partecipazione anche nei brani non suoi, esempio tra tutti lo splendido solo di Ripples. In generale l’album rassicura tutti: i Genesis sono più vivi che mai. Col lavoro successivo però accade qualcosa che a posteriori porrà fine al sodalizio tra Hackett e il gruppo. Steve si sente adesso molto più sicuro e quindi arriva alle sessions con una proposta di materiale proprio decisamente più numerosa che in passato. Se non avesse registrato Voyage prima di A Trick sarebbe accaduta probabilmente la stessa cosa anche per il disco precedente. Ma all’epoca aveva messo quasi tutte le sue energie nel primo disco solista mentre ora ha almeno 4 o 5 pezzi che lui ritiene ottimi da proporre agli altri 3. Che pero ragionano come un comitato per cui o va bene a tutti o a nessuno. E metà dei brani di Steve viene lasciata fuori dal disco. Ci entra la superba Blood On The Rooftops, ci entra Unquiet Slumbers For The Spleepers, ci entra una buona parte di Eleventh Earl Of Mar, ma rimangono fuori Please Don’t Touch (che riapparirà nell’omonimo album solo) e soprattutto Inside And Out che poi sarà inserita in un EP. La frustrazione per Steve è tanta, e alla fine del successivo, trionfale tour, e prima ancora che sia pubblicato il live Second’s Out, il chitarrista decide di lasciare.

Il resto è storia minore, e non ce ne voglia Hackett. Sebbene nella sua discografia ci siano dischi ottimi come Defector, Spectral Mornings, Please Don’t Touch e Voyage Of The Acolyte, la maggior parte dei suoi album è buona senza troppe lodi. Rimane, la sua, una carriera di rara coerenza e di eccezionale resa live, come vedrà bene chi seguirà il concerto in piazza. Ma non è un caso che da molti anni il repertorio suo dal vivo sia quasi esclusivamente quello dei Genesis. Il confronto con le carriere soliste degli altri è abbastanza evidente proprio in questo non poter contare su un repertorio personale all’altezza. Ma vedere Hackett dal vivo significa non solo viaggiare nella nostalgia ma anche ascoltare uno dei più eleganti e raffinati chitarristi degli ultimi 50 anni. E poi chiedersi, come l’unifauno: “puoi dirmi dove si stende la mia terra?”, sperando che i grandi concerti vicentini diventino sempre più grandi.

Steve Hackett sarà sul palco di Piazza dei Signori mercoledì 3 settembre, per celebrare i 50 anni di The Lamb Lies Down On Broadway con il tour Genesis Greats – Lamb Highlights & Solo, riportando dal vivo i classici più amati della storica band. Con lui: Roger King (tastiere), Craig Blundell (batteria e voce), Rob Townsend (sax e flauto), Jonas Reingold (basso e chitarra) e Nad Sylvan (voce).
Vicenza in Festival è organizzato da DuePunti Eventi in collaborazione con il Comune di Vicenza e il Confcommercio Vicenza e con il sostegno di Banca Terre Venete, Sidastico, Ceccato, Univer 2000, Unicomm, Porto di Mare, Targasystem, Agsm,Flynet, Areonautica Militare, Cittadellese, Ditta Sikura, Bassano Distributori, Fonte Margherita, Hotel Aries, Ristorante Garzadori. Media partner Il Giornale di Vicenza, Tva Vicenza, Tele Chiara, Radio Stella, Radio Company.
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Lo spettacolo inizia alle 21.
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