Vicenza Jazz 2025. Giorno 1. Kronos e Kairos.

Sipario. Per i Greci antichi, Kronos (Χρόνος) significava tempo cronologico, il tempo che scorre in modo lineare, misurabile, inesorabile: minuti, ore, giorni. È il tempo dei calendari, degli orologi, della sequenza delle azioni. Ma non era l’unica idea di tempo: ad esso si contrapponeva Kairos (καιρός), che indicava il tempo opportuno, il momento giusto, qualitativo anziché quantitativo. Kairos è l’attimo perfetto per agire, un’occasione irripetibile, un varco nell’eternità. Questa tensione tra tempo meccanico e tempo espressivo la si trova anche nella musica. Kronos è il metronomo, il click, il BPM fisso della musica digitale e delle produzioni mainstream. È ciò che assicura precisione, sincronizzazione, ripetibilità. Tutto gira su griglie temporali perfette: ogni battuta ha lo stesso peso. Kairos, invece, è l’improvvisazione jazz, il rubato di un pianista classico, il momento in cui una band rallenta leggermente “sentendo” il climax del brano. È ciò che non si può scrivere sullo spartito ma solo vivere. Un assolo di Miles Davis in So What è Kairos: il tempo si piega all’espressione, al respiro, al rischio. Non conta “quando” arriva la nota, ma perché e come. In sintesi, Kronos è il tempo della macchina, Kairos è il tempo dell’anima. O dovrebbe essere così. Il Kronos Quartet da 50 anni rimescola tutte queste vane parole che goffamente proviamo a far passare come fondanti. Ma il jazz è fatto per mescolare. E meglio questo festival non poteva iniziare. Ma andiamo con ordine.

Giovedì pomeriggio il cielo si fa cupo, è prevista pure l’ennesima allerta meteo. C’è un che di ricorrente nel clima festivaliero degli ultimi anni e la pioggia ha sempre accolto l’inizio dei concerti come una canaglia beffarda. Il tempo scorre, chronos ci dice che le ore si avvicinano. Gli eventi dislocati in città sono iniziati già da una settimana anche se da oggi, chiaramente, assumono nuovo peso visto che sono in contemporanea con il festival vero e proprio. Lasciateci almeno però fare una sottolineatura per uno dei concerti dei giorni scorsi che si è tenuto alla birreria REFE in Piazza delle Erbe. Parliamo dei TARE, quartetto eccentrico e ambizioso che propone un impensabile misto di hardcore jazz, dub e drum & bass. Vengono dal meglio della musica indie vicentina ovvero gruppi come Delicatoni e Lamante. Teneteli d’occhio.

Vicenza Jazz è anche un tour tra i locali della città dove ascoltare quel che si dice “off festival” e bere un bicchiere e poi passare ad un altro luogo, in un cammino, una promenade tra i quadri esposti come suggeriva Musorgskij. E così alle 19 eravamo alla Meneghina per il Sara Fortini 4ET ma il concerto non c’era. “Son due anni che abbiamo aperto – ci dicono i gestori – e da due anni durante il jazz piove e i nostri concerti saltano”. Eppure il cielo era ancora quasi sereno.

il cielo su Vicenza alle 19 di giovedì

Però si sa, quando è allerta meteo è giusto fidarsi, e infatti nel giro di mezzora arriva il finimondo. Niente live in giro per i locali, non ci rimane che rifugiarci e attendere di andare all’Olimpico.

E qui inizia davvero il Vicenza Jazz 2025. Un quartetto d’archi prima del Kronos Quartet era visto come qualcosa di fisso nel tempo, iscritto al catasto della musica classica e tetragona ad ogni mutamento. Il Kronos ne ha mutato forma e sostanza. Hanno rinnovato la musica da camera integrando linguaggi musicali diversissimi: minimalismo, elettronica, rock, jazz, folk, musica sperimentale e colta contemporanea. Hanno suonato con Laurie Anderson, Philip Glass, Tom Waits, Pat Metheny, Terry Riley, e artisti non occidentali come Asha Bhosle (India), Alim Qasimov (Azerbaijan), o Wu Man (Cina). Per loro, il mondo è sempre stato una tavolozza sonora. Sono un laboratorio musicale in costante mutazione. Usano la formazione classica del quartetto d’archi per parlare il linguaggio del presente, costruendo ponti tra tradizione e avanguardia, tra culture lontane e storie nuove. Non è solo musica: è un gesto artistico, intellettuale, e spesso anche etico. L’anno scorso un loro disco in cui rivedevano l’opera del genio di Sun Ra è stata una delle uscite discografiche più eccitanti e preziose dell’intera annata. Si chiama “Outer Spaceways Incorporated”, ascoltatelo di notte e buon viaggio. Insomma il concerto di apertura del festival di quest’anno era per chi vi scrive il vero evento della rassegna. E se non eravate tra i 400 fortunati presenti al Teatro Olimpico proviamo a raccontarvelo.

Partiamo dalla fine. Fuori dal teatro, dietro di noi, una voce di donna dice “beh ma questo non era jazz!”. Il tono è tra il seccato e il deluso. Come se jazz fosse qualcosa che puoi aspettarti identico a sé stesso. Ci siamo lamentati anni di avere il solito, eterno, post bop con tema, assoli, ritorno del tema e buonanotte ai suonatori e adesso che da un po’ di edizioni si sperimenta con altri linguaggi ci si lamenta. Ah, Vicenza se mai cambierai noi non ci saremo per vederlo. Comunque cara signora sappia che ha perfettamente ragione: non era jazz. Era “anche” jazz. Poi su cos’è jazz ci spieghiamo meglio un’altra volta.

Riccardo Brazzale

I 90 minuti di concerto sono stati un unico, sognante momento di astrazione. Un concerto da camera di punk accademico. A volte sembra rock senza chitarre o free jazz di chi ha studiato Schoenberg. I quattro, capitanati dal leader storico David Harrington, parlano col pubblico ed introducono ogni brano. Ed è una cosa che magari ogni musicista facesse. Soprattutto per certa musica, il dialogo e la confidenza con chi ti guarda e ascolta, aumenta moltissimo la partecipazione e la comprensione di ciò che accade. Il Kronos, di par suo, è attento a quel che accade nel mondo e più di un brano in scaletta parla di fatti storici o attuali che hanno visto gravi privazioni di libertà. Come “Ohio” di Neil Young, sui fatti della Kent State University in Ohio appunto, che videro la Guardia Nazionale sparare sugli studenti che stavano manifestando, uccidendo quattro ragazzi tra i 19 e 20 anni e ferendone altri nove.

OHIO

“In questo momento avremmo bisogno di una canzone per ogni stato” dice Harrington dopo il pezzo di Young e subito dopo presenta “Alabama” di John Coltrane che fu originariamente scritto in risposta alla strage che aveva avuto luogo il 15 settembre ’63 durante un attentato razzista ad opera del Ku Klux Klan all’interno di una chiesa battista nella cittadina di Birmingham, in Alabama, nel quale erano rimaste uccise quattro bambine. E nella versione del Kronos il brano diventa un bordone quasi raga indiano, una mesta preghiera per i morti. Dal vivo ci si rende conto che il lavoro che fa il Kronos Quartet non è proprio una ridiscussione semantica sul concetto di quartetto rendendolo atto all’uso della forma cameristica reinventando stili e creando qualcosa di nuovo. Come quando prendono dalle tradizioni extra occidentali proponendo astrazioni di stile solo in apparenza inusuali con la forma classica. É il caso di uno struggente canto palestinese e di una coinvolgente ballata nata dagli schiavi africani a sottolineare il fatto che melodie semplici possono dire cose altrimenti difficili da spiegare.

Il finale è dedicato ai brani nettamente più famosi del repertorio. La meravigliosa colonna sonora di “Mishima”, il film di Paul Schrader sul grande scrittore giapponese, con le musiche composte da Philip Glass. E poi “Lux Aeterna” di Clint Mansell, tema di “Requiem For A Dream”, il film di Darren Aronofsky tratto dallo splendido romanzo di Hubert Selby Junior.

Mishima

E così termina il primo concerto dell’edizione 2025 del Vicenza Jazz Festival. E fuori ha smesso di piovere. E i cuori non hanno smesso di battere per un istante. E non abbiamo voglia di andare a casa. E il jazz è un locale notturno, un vinile, una bottiglia (anche due) e l’arrivederci a domani.

Novembre 2025

L
M
M
G
V
S
D
27
28
29
30
31
1
2
Events for 1 Novembre
Nessun evento
Events for 2 Novembre
Nessun evento
3
4
5
6
7
8
9
Events for 3 Novembre
Nessun evento
Events for 4 Novembre
Nessun evento
Events for 5 Novembre
Nessun evento
Events for 6 Novembre
Nessun evento
Events for 7 Novembre
Nessun evento
Events for 8 Novembre
Nessun evento
Events for 9 Novembre
Nessun evento
10
11
12
13
14
15
16
Events for 10 Novembre
Nessun evento
Events for 11 Novembre
Nessun evento
Events for 12 Novembre
Nessun evento
Events for 13 Novembre
Nessun evento
Events for 14 Novembre
Nessun evento
Events for 15 Novembre
Nessun evento
Events for 16 Novembre
Nessun evento
17
18
19
20
21
22
23
Events for 17 Novembre
Nessun evento
Events for 18 Novembre
Nessun evento
Events for 19 Novembre
Nessun evento
Events for 20 Novembre
Nessun evento
Events for 21 Novembre
Nessun evento
Events for 22 Novembre
Nessun evento
Events for 23 Novembre
Nessun evento
24
25
26
27
28
29
30
Events for 24 Novembre
Nessun evento
Events for 25 Novembre
Nessun evento
Events for 26 Novembre
Nessun evento
Events for 27 Novembre
Nessun evento
Events for 28 Novembre
Nessun evento
Events for 29 Novembre
Nessun evento
Events for 30 Novembre
Nessun evento
1
2
3
4
5
6
7