Ieri sera, in un gremito teatro Astra a Schio, per quasi due ore il pubblico è entrato nel bar ideale della comunità ideale del mondo ideale di Marco Paolini. La titolare del bar, una Jole che canta, balla e porta la leggerezza della nostalgia, una perfetta Patrizia Laquidara, contrappunto quasi floreale e sempre necessario agli excursus storici e sociali di Paolini. Boomers ha molte chiavi di lettura. Innanzitutto è scontro e confronto generazionale, è un dialogo tra padre e figlio su basi instabili e vocabolario differente, è un videogioco in cui la realtà virtuale mette insieme Tex Willer ai Viet Cong e una serie di memorie e speranze. Ma Boomers forse è soprattutto un’amara riflessione su come il nostro (di tutti) stare assieme sia mutato nei decenni. Non diremmo sia uno spettacolo sul “si stava meglio prima” ma in tutta onestà il filo rosso narrativo ci porta spesso a finire lì. Filo rosso che a tratti pare smarrirsi e offrire più suggestioni che narrazioni. I momenti più a fuoco sono quelli dentro al Bar della Jole. Un bar che ricorda da molto vicino il Bar Sport di Stefano Benni, coi suoi personaggi strampalati e macchiettistici che però sono quelli di ogni bar di quartiere “sotto ad un ponte” dove passa la vita, l’altra vita, forse quella a noi distante. La Jole è un personaggio emblematico già presente negli “Album” di Paolini: ex partigiana ed ex prostituta, Jole gestisce il bar attorno al quale si snodano le vicende narrate. Tutti le vogliono bene, tutti trovano in lei quel conforto che forse là fuori non c’è più. La vita cambia, gli anni passano. Si va sulla luna, ci sono le stragi, il terrorismo, Aldo Moro, e avanti fino a mani pulite e la fine del secolo. Che ne sanno i Generazione Z? Nicola, alter ego di Paolini, grazie a un algoritmo sperimentale, ritorna giovane e capelluto e rivive avventure, primi amori e conflitti politici, e il teatro nel teatro è sempre il bar, situato sotto a quel pilone autostradale che unisce l’Italia. Quando la Norma (fidanzata di Nicola) vi entra per la prima volta e ordina “tè al latte”, il bar della Jole, e la titolare su tutti, si paralizza come di fronte a qualcosa di alieno. Poi la Jole quel tè lo prepara perché tutto in qualche modo deve andare avanti, anche le cose più strampalate. D’altronde sempre lei aveva chiesto “ti senti poco bene?” ad un cliente che le aveva chiesto un caffè senza correzione. Insomma, son cose che capitano. Boomers affronta temi come il rapporto tra realtà e virtualità, la trasmissione dell’esperienza tra generazioni e l’impatto delle nuove tecnologie sulla memoria collettiva. Attraverso una combinazione di racconti, canzoni e ambientazioni virtuali, lo spettacolo invita il pubblico a riflettere su cosa significhi ricordare e tramandare storie in un’epoca dominata dal digitale. Siamo figli delle stelle (Battiato aggiungeva “e pronipoti di sua maestà il denaro”) come canta Patrizia Laquidara nel finale in cui tutto sembra stare in piedi nonostante tutto. In cui crollano ponti, si alza la polvere, ma su quelle macerie si balla una danza che è rapsodia del tempo passato, che è malinconia sorridente, che è la dolcezza di un racconto di due artisti (Paolini e Laquidara) che in Boomers non propongono risposte, bensì delicate carezze alle stagioni.

GIOELE DIX E RAMIN BAHRAMI UNISCONO BACH E MANGANELLI IN UN TEATRO DI RARO GARBO ED ELEGANZA
Al Teatro Comunale di Thiene, sabato 29 marzo, è andato in scena uno spettacolo che è stato, allo stesso tempo,