LA SITUAZIONE É GRAVE. IL DIBATTITO PEGGIO.

Sul Telegraph del 6 febbraio c’era un articolo che raccontava di una polemica che ha coinvolto LEGO® a seguito di un’interpretazione del Science Museum di Londra. Durante il tour autoguidato “Seeing Things Queerly”, il museo ha suggerito che i mattoncini LEGO® rafforzerebbero l’idea dell’eteronormatività, ovvero la concezione che l’eterosessualità sia la norma sociale dominante. In sostanza, il peccato di comunicazione starebbe nel fatto che i mattoncini possono solo avere rapporti in cui uno “penetra” l’altro quindi si incastrano solo nel modo “maschio/femmina” e, di conseguenza, escludendo altri rapporti, diventano omofobi. Un delirio. A parte poi che gli omosessuali infilano pure come i mattoncini, ma soprattutto qui siamo alla follia o alla patologia e se adesso quando vedrò dei lego penserò a due che fanno sesso sarà colpa di questi malati woke che in confronto Donald Trump è Immanuel Kant.

La settimana che si è appena conclusa è stata una delle più ridicolmente e al contempo drammaticamente imbarazzanti degli ultimi tempi. L’espressione “farsesco” è quella più usata per descrivere il momento, ma non c’è mica tanto poi da ridere e la gravità è, ahimè, reale. E siccome tutto il mondo è paese e lo è sempre di più, anche a Vicenza non ci siamo fatti mancare la nostra dose di circo. Nei giorni scorsi è stato deturpato il murales dedicato a Giacomo Matteotti. Qualche idiota ha messo i baffi da Hitler sul viso di Matteotti. Che poi il fatto sia stato un’idiota è più una speranza che altro. Anche perché si parla di fascisti e comunisti come fossimo negli anni ’70. Se ci si aggiunge il fatto che ricorre il giorno del ricordo, apriti cielo. Inutile sottolineare come queste ricorrenze siano usate politicamente da ambo le parti in maniera piuttosto indegna dimenticando che sono momenti che dovrebbe vivere una Nazione e non una fazione. Ma il livello questo è. Come il dibattito attorno al Bocciodromo occupato che “resiste” alla TAV. Già perché i residenti cambieranno casa, edifici saranno abbattuti, però il Bocciodromo rimarrà lì, certo, come no. E allora via con le dichiarazioni. A sinistra (sinistra sinistra), senza dirlo apertamente, si sta coi ragazzi del “boccio”, e il sindaco ha le sue gatte da pelare con parte della sua maggioranza quando si tratta di questi argomenti, come quando i soliti hanno nuovamente manifestato contro la presenza di Israele in fiera dell’oro. A destra c’è stato qualcosa di un po’ più teatrale, con tanto di manette esposte (che è sempre una cosa orrenda, chiunque lo faccia) e questo mentre FDI difende un ministro che non vuole lasciare la poltrona (sia chiaro, ne ha diritto, però basta dirsi come stanno le cose) e non fa una piega su CasaPound che, se non si vive su Marte, dovrebbe essere un centro sociale occupato pure quello. O no?

In città si parla sempre di sicurezza. Come in tutte le città. E come in tutte le città è colpa dell’amministrazione. Poco conta che non sia competenza locale e che il governo stia fallendo miseramente sul tema. In Italia pare tutto finto, a partire dal racconto che si fa di noi stessi. Frase che mi suona famigliare e mi chiedo dove l’ho letta di recente e poi google mi viene in soccorso e mi dice che l’ha detta lo chef stellato Felice Lo Basso, che chiude il suo ristorante di Milano perché la città sta scoppiando, paghe troppo basse, tutto troppo caro, turisti sempre meno, servizi scadenti e sicurezza come primo problema assoluto. Milano eh, la città più europea d’Italia. Pensa come siamo messi altrove. Anche perché Lo Basso facile abbia pure ragione.

Ma la settimana scorsa è stata la settimana dei casi Almasri e Paragon. Confusione, mancanza di leadership, servizi segreti apparentemente scollegati internamente, ipotesi gravissime. L’affare Paragon poi è quasi più inquietante della faccenda libica che è stata gestita in maniera dilettantesca, ma è, purtroppo, nell’ordine normale delle cose. Qui siamo di fronte a un’operazione che esplicita il caos che regna nei servizi segreti italiani, ambiente molto tossico. Non ho capito perché ci si è affidati ad un software israeliano, quando si poteva chiamare Fabrizio Corona.

Poi c’è stata la notizia di quei buontemponi che chiamano alcuni imprenditori e dicono “Questioni di sicurezza nazionale, contatto urgente, la Repubblica ringrazierà” spiegando che servono un sacco di milioni al ministero di Crosetto e poi Banca Italia risarcirà fino all’ultimo euro. Qualcuno ci è caduto, qualcun altro no, ma ha rischiato seriamente di caderci. Non so cosa sia meglio (o peggio) pensare. Alcuni tra i maggiori imprenditori italiani sono dei perfetti ingenui pronti a farsi truffare? Alcuni tra i maggiori imprenditori italiani sono abituati a pagare in segreto milioni ai partiti? Le due ipotesi stanno insieme?

Tornando ad Almasri, mercoledì 5 è stato un pomeriggio di un giorno da cani per Nordio e Piantedosi ma non è che il PD abbia fatto tutto questo figurone. Aveva la famosa prateria davanti, con un presidente del consiglio che sceglie di non fare l’unica cosa che doveva fare ovvero prendersi la responsabilità politica del tutto. E invece alla fine esce lo spirito battagliero da liceo okkupato e agli annali rimarrà quel “presidente del coniglio” e quei disegnini simpaticissimi. Meloni è in difficoltà, per la prima volta lo è davvero, ma finché questa è l’alternativa dorme ancora sonni più o meni tranquilli. Il punto è che Meloni scricchiola sulle fondamenta: Albania (e quindi immigrazione), servizi segreti, Europa. E siccome in settimana non ci siamo davvero fatti mancare nulla sono pure uscite le chat di FDI. Niente non si potesse immaginare. Crosetto e la premier che se la prendono con Saviano neanche fossero Emilio Fede e i militanti che danno del bimbominkia a Salvini. Lui dice di non essere permaloso. Intanto spera non escano le chat leghiste e va in Spagna insieme ai leader fascio sovranisti a dire che serve meno Europa per avere più libertà. Chiaro no? L’Italia ha più di tremila miliardi di debiti garantiti dall’Europa e noi che facciamo? Salutiamo. Un genio. Chissà come la vive il consigliere comunale Jacopo Maltauro che recentemente, come riportato su queste pagine, si era detto profondamente europeista (come Zaia del resto). Misteri della diplomazia.

Il dibattito pubblico in questo paese è ad un livello bassissimo, mai così basso. A pensarci, la Montaruli che abbaia è una cosa coerente. I maligni ricordano che Montaruli ha subìto una condanna definitiva nell’ambito di un’inchiesta piemontese su rimborsi gonfiati. Le spese riguardavano cene, abiti di lusso, gioielli, borse, ma anche corsi sull’uso dei social network e libri come Mia suocera beveSexploration e Giochi proibiti per coppie. Tutto meraviglioso.

Poi c’è l’America nuova. Trump in dieci giorni ha detto di volersi annettere il Canada, di prendersi il canale di Panama, di rinominare “Golfo d’America” il Golfo del Messico, di occupare la Groenlandia, e ora anche Gaza, deportando i palestinesi. A dirla tutta poi su quest’ultimo fatto ci sarebbe da chiedersi perché i piani pazzi ma non realizzabili di Trump su Gaza (trattasi di negoziazione, per aprire la porta ai sauditi: se non volete noi americani, allora accettate loro) facciano così indignare mentre quelli pazzi ma realizzabili di Hamas & Co. su Israele non facciano indignare (“From the river to the sea, Palestine will be free”). Gli unici intenzionati a spazzare via qualcuno dalla mappa geografica non sono gli occidentali, ma sono i follower di un mostro chiamato regime iraniano, sia chiaro. Certo che Trump è un fiume in piena e cosa porti quel fiume ancora non si sa ma si intuisce. Inoltre ha dalla sua il fattore tempo: lui decide da un giorno all’altro, è veloce, noi siamo vecchi pachidermi. E in confronto al primo round, questa volta pare fare sul serio. Ci ha pure mandato il figlio a spararci alle anatre in laguna, in zona protetta. Per un veneto questo è peggio dei dazi.

Nonostante ciò ci sono quelli che, vivendo in Italia, fanno il tifo per Trump contro l’Europa e sembrano (al loro meglio) banalmente dei masochisti patologici. Come Joe Formaggio che ha pure organizzato una festa per Donald. Questa propaganda sovranista, del più forte contro il debole, fa sì che molti si schierino dalla parte del forte anche se è contro il loro interesse razionale, solo perché davanti alla tv amano tifare per chi vince. Lo stato delle cose (si badi bene) è anche colpa degli europeisti che hanno commesso un grave errore nel fare dell’europeismo una versione transnazionale della cultura woke&green.

Intanto Musk sta smantellando il sistema pubblico della ricerca negli Stati Uniti, con danni incalcolabili e duraturi per gli interessi americani e il benessere del resto del mondo. L’oscurantismo antiscientifico è un passaggio cruciale dell’affermazione dei regimi autoritari, non solo perché attrae il consenso della massa dei mediocri in cerca di rivalsa sui competenti e dei negazionisti in fuga dalla realtà. Ma soprattutto perché, se gli esperti sono screditati e i dati necessari per descrivere la realtà e valutare l’efficacia delle politiche non sono accessibili (o, perfino, non esistono), allora si possono manipolare a piacimento i fatti e i dati. La realtà, in una parola.

Come se ne esce? Il socratico che è in me tira sempre fuori l’arma della divulgazione, condizione essenziale per capire, e quindi per esserci, per partecipare. Cito Piero Angela: ” La democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando al meglio la loro capacità di capire”. Amen.

Quindi, tra i mattoncini omofobi, politici che abbaiano, boia rimpatriati, baffetti hitleriani al socialista ammazzato, centri sociali che resistono e picchiatelli che governano il primo paese del mondo, cosa ci rimane? Ci rimane Sergio Mattarella (Santo subito) e questo articolo (che è più un elenco che un racconto) termina con il link del suo intervento all’Università di Marsiglia, per capire come esista ancora qualcuno che si eleva sopra a tutta questa assurda e sconfinata insensatezza e deriva. Che Dio ce lo conservi.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia di consegna dell’onorificenza accademica di Dottore honoris causa dall’Università di Aix-Marseille: «L’ordre international entre règles, coopération, compétition et nouveaux expansionnismes».

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