Una sala civica di Montecchio Maggiore occupata in tutti i suoi posti ha salutato sabato 14 dicembre l’evento con il quale l’UC Montecchio Maggiore e l’Amministrazione castellana hanno voluto celebrare i cento anni della società biancorossa. Per l’occasione, oltre al Sindaco Silvio Parise, al Vicesindaco Gianfranco Trapula e agli Assessori Paola Stocchero e Giampaolo Valerio, molti rappresentanti dei vertici del calcio veneto, in primis il Presidente FIGC Bepi Ruzza.
Ma ad onorare un così importante compleanno c’erano anche gli ex Sindaci Luciano Romio, Giuseppe Ceccato, Maurizio Scalabrin e soprattutto tanti ex calciatori e dirigenti, chi ormai anziano, chi un po’ più giovane, tutti comunque stretti intorno al Presidente Romano Aleardi che ha voluto e sostenuto il libro di Rosanna Frizzo “Cent’anni di Montecchio Calcio”.
Un libro pop, come l’ha definito l’autrice, perché rivolto a tutti, a chi gioca a calcio e a chi è solo spettatore, ai cittadini tutti, perché la storia del Montecchio Calcio appartiene a tutta la città.
Popolare soprattutto perché frutto della collaborazione di tanti, di chi ha voluto raccontare la sua vicenda calcistica, di che ha messo a disposizione gli archivi fotografici di famiglia.
Precisa l’autrice: “Il libro può essere letto come un album dei ricordi, di quelli che molti creano per immortalare le imprese sportive proprie, di un figlio, di una figlia, di un nipote. E il Montecchio Calcio di ricordi ne ha veramente tanti, a partire dagli Anni Venti, quando è stato fondato”.
E a proposito di fondazione, tra la sorpresa dei presenti, Rosanna Frizzo rivela che le sue ricerche non hanno confermato il 1923 come data di fondazione ma, grazie ai documenti dell’archivio storico di Montecchio Maggiore, è più probabile che la prima squadra del Montecchio sia nata all’interno dell’Unione Sportiva Scaligera fondata tra il 1924 e il 1925 e che comprendeva oltre al gioco del calcio, il ciclismo, il tiro a segno, l’alpinismo e la ginnastica.
I cento anni si snodano passando attraverso due importanti presidenze, quella del Cavaliere Ovidio Agosti e quella attuale di Romano Aleardi. Molti anni di impegno per entrambi e di progetti tutti realizzati che hanno fatto grande il Montecchio Calcio e la città. Si pensi solo al fatto che lo stadio senza barriere del “Cosaro” continua ad essere unico in Italia.
Molto soddisfatto il Presidente Romano, contento anche di rivedere tanti suoi ex calciatori, fra questi Matteo Pivotto, uno del vivaio arrivato a giocare in serie A, nella Roma, insieme a tanti altri, Matteo Apolloni, Christian Maggio, Enrico Alfonso, Stefano Fortunato per arrivare a Manuel Lazzari, e al più giovane Matteo Casarotto.
“I giovani devono giocare, devono mettersi alla prova. Io per i giovani non mi sono fatto problemi ad esonerare allenatori” ha confermato Romano Aleardi. In effetti la presidenza Aleardi si caratterizza per tanti colpi di scena, per decisioni che facevano discutere, ma che andavano sempre per un buon fine, segno di una visione ben chiara di quello che doveva e deve essere il calcio.
Un portatore di valori alti, come l’ impegno, il sacrificio, il rispetto delle regole e dell’avversario, ma anche solidarietà, amicizia. “Valori irrinunciabili quando si vuole crescere bravi sportivi e soprattutto bravi cittadini.” Parola di chi se ne intende come Romano Matté, allenatore di molte realtà giovanili di alto livello con esperienze in Italia, in Africa ed in Asia, intervenuto durante il convegno.
