Recenti dati Istat dicono che da gennaio a luglio del 2024 sono 4.600 in meno i bambini nati in Italia rispetto all’anno precedente. Il numero medio di bambini per donna si attesta all’1,20, contro l’1,24 dello scorso anno, ma per le donne italiane si ferma all’1,10. L’età media della prima gravidanza sale a 31 anni e 7 mesi. Mentre il 42,5% delle nascite avviene al di fuori del matrimonio.
Un dato preoccupante per chi ha fatto della famiglia tradizionale e della natalità una bandiera. Ma non è questo quello che interessa. Pesa il fatto che ogni 1.000 abitanti nascono sei bambini.
Perché non si fanno più bimbi? Perché costa troppo? Perché lo stato non mette le giovani coppie nella condizione di procreare in quanto mancano asili nido, interventi a favore dei genitori che devono conciliare lavoro e famiglia?
Ora la nuova finanziaria ha fissato il Bonus Bebè di 1.000 euro per genitori con Isee fino ai 40.000 euro, un tetto facilmente superabile se si lavora in due. Mentre non calano le spese per la gestione di un neonato a partire dal nido.
La natalità si sa è legata alle condizioni economiche di un Paese. Recessione significa meno nascite, ripresa economica, invece, il loro aumento. Si pensi al baby boom in Italia degli anni sessanta-settanta: il benessere favoriva i matrimoni, le famiglie e quindi i bambini.
Oggi ci stiamo avviando verso quello che gli esperti chiamano inverno demografico e per spiegare questo tragico declino del mondo occidentale forse bisogna andare oltre alle questioni economiche. Quello che manca alle giovani generazioni è un’idea di futuro, inteso non come categoria socioeconomica, ma come dimensione dell’io. Se si è proiettati nel futuro, i figli sono la più logica delle conseguenze. I figli sono il futuro stesso, la garanzia di vincere sul tempo e sulla morte.
Purtroppo i nostri giovani. cresciuti nel mito del qui e ora, completamente travolti dalla società del consumo fine a se stesso, vivono senza una prospettiva di domani. Cogliere l’attimo è la tendenza, rincorrere il successo, affermarsi, questi sono i valori prevalenti. Fare figli significa invece rinunciare ad una parte di sé e sembra che questo non sia possibile. Così si rimanda il momento di decidere se diventare genitori con tutte le conseguenze del caso.
Fare un figlio significa avere fiducia nella vita, credere che qualcosa di buono, per cui valga la pena di impegnarsi, esista. Invece si assiste ad una drammatica caduta di valori. Vien meno la speranza e tutto precipita, anche il numero dei nati.

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