Luglio è stato il primo mese del secondo anno di governo Possamai. Un mese caldo per molti motivi. La politica tutta è sempre più fazione e sempre meno opinione e anche quella cittadina ne risente. Il sindaco Possamai però passa sopra a tutto questo con la forza delle sue idee e con una fiducia crescente da parte della cittadinanza. Sul fronte delle polemiche, quelle recenti sono per lo più indirizzate verso il tema della sicurezza. Gli ultimissimi giorni hanno visto d’attualità lo scontro sulla recinzione della parte ovest di Campo Marzo, la zona del parco giochi, che diventerà un’area protetta in cui ospitare eventi, manifestazioni, iniziative delle associazioni. Nella ormai dialettica da curva, sui social i detrattori attaccano la decisione parlando di “città che si arrende” mentre giusto poco più di un anno fa la precedente amministrazione proponeva di recintare l’intero Campo Marzo. La decisione della giunta Possamai dovrebbe invece far riflettere su come sia una scelta che palesa una chiara visione, tra l’altro contro alla narrazione di un sindaco che non osa troppo. Una visione che va verso il recupero degli spazi e la cura per quelle piccole grandi cose che fanno una città. E invece la manfrina rimane quella populista e pazienza. L’ultimo giorno di luglio poi è arrivata anche la notizia dell’inizio del progetto di rigenerazione di Piazza Matteotti che parte dal recupero dell’ex macello. Inizia a farsi vedere la città pensata da Possamai quindi, quella che ritrova spazi e vita. Lui, il sindaco, arriva alla sua seconda estate da primo cittadino con un entusiasmo immutato rispetto a un anno fa, se non addirittura più forte. Lo incontriamo nei giorni in cui la città inizia a svuotarsi per le vacanze.
Luglio è stato il primo mese del suo secondo anno di mandato. Un mese caldo anche per le polemiche ma che ci ha anche riservato una sorpresa lieta. A metà mese è uscita la classifica del Sole 24 Ore sul gradimento dei sindaci ed è risultato che a Vicenza vi sia un 53% di vicentini che plaudono all’amministrazione. In un panorama da derby c’è di che essere contenti. E a proposito di tifo, come si pone il sindaco verso la tifoseria opposta?
Innanzitutto siamo contenti perché aver accresciuto i consensi rispetto allo scorso anno è importante perché il primo anno è il più difficile visto che si inizia a lavorare e a fare progetti ma la messa a terra delle iniziative richiede tempo. È un sondaggio, quindi va preso con le pinze, e l’unico sondaggio vero lo si fa in mezzo alla gente, io giro costantemente la città, prendo il caffè nei bar coi cittadini, abbiamo fatto le giunte nei quartieri in cui riceviamo i cittadini uno a uno e poi andiamo nei mercati. È lo stile di questo governo che vuole sentire il più possibile i vicentini. L’altra cosa del sondaggio che ritengo positiva è che mentre quasi tutti i sindaci perdono consenso nell’ultimo anno, quelli che guadagnano sono soltanto in 20 e siamo tra quelli. Per quanto riguarda le tifoserie, che posso dire? Per me dal giorno dopo le elezioni non ci sono più stati quelli che mi hanno votato e quelli no, sono tutti vicentini e io ogni giorno mi sveglio alla mattina con l’obbiettivo di fare tutto quello che posso per tutti e quello che hanno votato non è un problema nella maniera più assoluta.
Togliamoci subito il pensiero e parliamo di sicurezza. Sappiamo perfettamente che spetterebbe in primis allo stato e che lo stato non ha le risorse umane ed economiche, però, facendo i bruti realisti, tra 4 anni si candida il sindaco e non il questore e i cittadini giocoforza chiedono a lei le soluzioni.
La premessa è che come sapete, ci sono fenomeni in crescita nelle città italiane, penso alle baby gang, al ritorno di tossici e anche a città solitamente tranquille come Treviso dove Mario Conte ha raccontato in questi anni la grave situazione. Ma anche nei paesi di provincia. La condizione non riguarda solo la città di Vicenza ma è un cambiamento della società. Allora devo dire che ci vuole una risposta varia che va dalla capacità di riattivare luoghi spenti e bui, in cui un parco dove mettiamo un chiosco diventa sorvegliato, a interventi più strutturati come sul quadrilatero dove sappiamo sarà complicato ma va fatto un intervento di urbanistica profondo e portata là la polizia locale. A me piacerebbe portare anche altri spazi pubblici, recuperare altri pezzi del quadrilatero, nuove funzioni. Sicurezza poi certamente vuol dire potenziare la polizia locale e abbiamo fatto tante assunzioni quest’anno e dobbiamo aumentare i vigili di quartiere. Ma siccome è un problema che hanno pressoché ovunque, non è una risposta che può dare solo la città. Ad esempio sulla tossicodipendenza, noi possiamo fare tutto quello che vogliamo ma se non riusciamo a rinforzare i servizi per la tossicodipendenza e penso alle comunità di recupero agli operatori di strada, al Ser.D, se non c’è un coinvolgimento forte da parte del governo e della regione per esempio in questo campo nessuna città ce la fa da sola. Così come il tema del presidio sul territorio, è inutile sbraitare sulla sicurezza e poi tacere davanti al fatto che di fronte a 22 pensionamenti arrivano 2 agenti di polizia di stato perché il controllo del territorio e la sicurezza prima di tutto la garantisce soprattutto la questura insieme ai carabinieri quindi è un’operazione che deve essere fatta insieme.
Quando si parla di sicurezza si parla anche di degrado e di decoro urbano. L’amministrazione è stata recentemente accusata anche di poca cura della città che è più vuota commercialmente con molti negozi sfitti. Esiste un tema del caro affitti che non consente un ricambio?
Il tema del caro affitti incide sempre di più perché essendo più bassa la redditività dei negozi di vicinato è ovvio che se tu incassi 25 mila euro al mese puoi anche pensare di accettare di pagare un affitto di 5 mila ma se ne incassi 7 mila non riesci a pagare un affitto di quel tipo, quindi questo è un tema vero anche perché c’è pure il problema della ridistribuzione del commercio con l’arrivo dell’online e sicuramente anche la grande distribuzione ha indebolito la rete dei negozi classici e anche dei centri storici. Chiaro che a noi è rimasta una grande leva su questo fronte, più forte delle altre, che è quella di spingere molto sul fronte turistico. Vicenza ha ancora grandi margini per aumentare i turisti in città e il turismo può sostenere molto il commercio e insieme a questo per me è anche importante la residenza in centro storico ovvero portare un po’ più di residenti in centro. Il centro ha perso metà dei suoi residenti negli ultimi 20 anni e i residenti sono i primi consumatori del luogo in cui vivono, per questo insisto così tanto sul recupero e la rigenerazione del patrimonio del centro perché in questo modo possiamo riportare la gente a viverci.
Nel dicembre 2018 dopo il primo semestre di amministrazione, l’ex sindaco rilasciò un’intervista in cui diceva sostanzialmente di essere stanco e che non dava per scontato di finire il mandato e che se avesse saputo com’era chissà se avrebbe scelto di fare il sindaco perché non si aspettava tanta fatica. Dopo 13 mesi lei cosa dice?
Io ogni mattina mi sveglio e penso che è la fortuna più grande che mi potesse capitare. Penso sia difficilissimo, penso che si è sottoposti ad una pressione continua e a difficoltà costanti ma non esiste un onore grande come fare il sindaco della propria città. Quando Obama lasciò la Casa Bianca dopo 8 anni disse: “it has been the honor of my life”, ecco, per me è la stessa cosa.
Mi parla di Obama, e allora mi rivolgo al Possamai politico a 360°, perché è impossibile non commentare cosa sta succedendo. Trump e Vince in questo momento sono l’esempio della deriva a destra americana. Come la vede?
Mi preoccupa la violenza nel dibattito americano. L’attentato a Trump è qualcosa che condanno senza se e senza ma, non è un caso che gli USA siano la democrazia occidentale col maggior numero di attentati riusciti o falliti ai presidenti ed è lo stato occidentale in cui c’è la più grande diffusione di armi ed è naturale per un cittadino imbracciare un fucile o prendere una pistola e farsi giustizia da solo e questo è un grande monito per noi sul tema del controllo delle armi. Quanto al resto, è ovvio che guardo con grandissima preoccupazione ad un’eventuale seconda vittoria di Trump perché vorrebbe dire avere un presidente americano che ha una visione di disgregazione dell’Europa con un atteggiamento anche sul tema dei conflitti mondiali molto lontano dalla nostra visione europea. Io non ho dubbi e penso che per un europeo in generale non dovrebbero esserci dubbi su chi sarebbe il presidente americano migliore.
Quando si sente parlare di Possamai l’aggettivo che si accosta subito è “moderato”, pensa mai che questa moderazione sia qualcosa che prima o poi si riveli un ostacolo?
Bisognerebbe decidere cosa vuol dire moderato. Io mi sento più che altro pacato. Non amo la polemica, mai, nemmeno con le opposizioni, anche quando travalicano il buon gusto. Non mi piace e non mi è mai piaciuta. Dopo di che io sono moderato su alcuni temi e radicale su altri. Sono figlio della cultura politica e amministrativa in cui sono cresciuto. Credo di essere profondamente legato alla città in questo.
L’opposizione sta facendo spesso la voce grossa. È arrivata ad uscire dal consiglio comunale in un’azione aventiniana che ha abbastanza stupito. Cosa che non ha precedenti. Lei è stato oppositore in regione della giunta più forte di tutti i tempi. Per governare bene serve anche una buona opposizione?
Non sta assolutamente a me dare i voti all’opposizione e non glieli darò nel senso che ognuno fa opposizione nella maniera che ritiene più opportuna. Io so quanto sia difficile e ho sempre provato a farlo in una maniera comunque dialogante provando a portare tesi diverse, chiaramente, ma per discuterle e non per provare sempre e comunque a dire no e ad abbattere chi governa. È il motivo per cui sono rimasto molto sorpreso dall’aventino dei primi di luglio. Non partecipare ai voti dell’aula e l’esposto al prefetto sono cose che in politica si fanno di fronte a situazioni estreme perché andare via dall’aula è l’atto più forte che puoi fare perché altrimenti si sta dentro e si combatte. Quindi mi ha molto colpito perché non è davvero successo niente di che per loro stessa ammissione visto che nei documenti scrivono che non c’era violazione del regolamento. Sottolineo inoltre che il consiglio comunale per altro era stato convocato dal consigliere Siotto perché siccome non c’era il presidente del consiglio Zaramella e non c’era la vice presidente del consiglio Porelli, presiedeva la conferenza capi gruppo la consigliera anziana Simona Siotto. Quindi lei ha convocato un consiglio con quelle regole perciò anche loro sanno che non c’era nulla di particolare. Poi, se mi si chiede, è meglio avere qualche giorno in più per leggersi le carte del bilancio? Ma certo! Più giorni mi davano e meglio era, però il regolamento era stato rispettato. A me comunque piace tenere le porte aperte quindi chiederò ci sia più tempo possibile ma sanno bene, perché hanno governato anche loro, che non è sempre così perché non è sempre possibile, ma abbandonare l’aula per una cosa consentita dal regolamento onestamente non l’avevo mai visto.
Dopo 13 mesi di governo, alla sua seconda estate, pensava meglio o peggio? Pensava di fare più cose? E fra un anno dove si vede e dove ci vede.
Pensavo sarebbe stato così. Totalmente impegnativo e che mi avrebbe così totalmente assorbito. Sono contento del primo anno e delle cose fatte che sono tante. Dagli asili nido a due varianti urbanistiche di cui una che porterà a rigenerare sette buchi neri enormi nei quartieri della città, e sono solo due esempi. Poi io per carattere penso si possa e si debba fare sempre di più e sempre meglio e che dobbiamo dare risposte sempre più veloci ai cittadini ma questo lo penserò fino all’ultimo giorno di mandato e potenzialmente anche il giorno dopo.