l prossimo appuntamento delle Settimane Musicali al Teatro Olimpico, la rassegna concertistica in programma fino all’11 giugno con la direzione artistica di Sonig Tchakerian, è venerdì 26 maggio alle 20,45 con l’atteso ritorno al Festival, nello splendido scenario del teatro palladiano, del violoncellista Mario Brunello.
Eclettico, capace di spaziare fra musica Barocca, Jazz e Contemporanea, Mario Brunello, sempre attento e aperto a esperienze che travalicano i confini codificati della musica, con il suo violoncello, guiderà gli spettatori in un viaggio affascinante, esplorando le complesse armonie di Johann Sebastian Bach e la profondità delle composizioni di Mieczyslaw Weinberg.
Intitolato Bach-Weinberg, la giusta distanza. Suites e Sonate, il concerto che rientra nel ciclo Adagiosissimo Bach è suddiviso fra Johann Sebastian Bach, con due Soli per violoncello straordinariamente ricchi di invenzioni e di profondità emotiva (la Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009 e la Suite n. 1 in sol maggiore BWV 1007) e due Sonate per lo stesso strumento del compositore ebreo polacco del Novecento Mieczyslaw Weinberg, che nel 1939 fuggì ventenne dalla ferocia nazista rifugiandosi in Unione Sovietica, dove svolse la maggior parte della sua carriera e dove fu particolarmente stimato da Šostakovič. La rivalutazione della sua arte, per lungo tempo poco conosciuta, è una tendenza recente. Una sorta di risarcimento postumo per un autore morto nel 1996, che qualche storico, nella seconda metà del secolo scorso, considerava – probabilmente non a torto – all’altezza di Prokof ’ev e dello stesso suo mentore Šostakovič.
Il concerto si offre come un racconto musicale di raffinata intimità che, con un programma insolito, viaggia nel tempo tra classico e moderno; un invito alla ricerca di spunti sempre nuovi con la musica che crea legami e corrispondenze tra i paesi e le culture.
Il secondo appuntamento con il ciclo Adagiosissimo Bach sarà domenica 28 maggio nella raccolta sala dell’Odeo del Teatro Olimpico alle ore 11.00 con altri due grandi nomi della prassi esecutiva: il cembalista Roberto Loreggian e il gambista e violoncellista Francesco Galligioni, impegnati in un programma di squisita eleganza cameristica, insieme brillante (così dev’essere definito il “Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo”) e pensoso.