L’invito alla danza di Giuseppe Albanese al Comunale è un successo assoluto

Una serata da ricordare e da usare come paradigma. Avrebbe meritato la sala grande gremita, il recital di Giuseppe Albanese, ma per il pubblico del ridotto è stato comunque un trionfo. Il concetto di concerto espresso dal pianista calabrese è stato una sorta di lectio magistralis sull’estetica della danza e del ritmo. Il suo ultimo lavoro per Deutsche Grammophon, raccoglie composizioni che hanno a che fare col balletto o, comunque, con l’idea di danza, di movimento, come nel superbo “Après-midi d’un faune” che Albanese affronta con maestria e delicatezza. Ma è l’aspetto divulgativo che ci ha entusiasmato. Certo, magari per un pubblico più educato e numeroso e classico (parliamo di grandi circuiti nazionali e grandi teatri lirici) certe introduzioni non servono, ma per Vicenza riteniamo che l’approccio di Albanese sia stato perfetto. Esce sul palco, microfono in mano, e con totale umile semplicità, spiega quel che andrà ad eseguire. Sia all’inizio del primo che del secondo tempo del programma. E lo spiega in maniera comprensibilissima a tutti, cita riferimenti di cultura pop come una pubblicità del latte per Delibes, o le “budella aggrovigliate” della pretty woman Julia Roberts nell’arcinoto film. Racconta dei balletti di Nižinskij, del ménage famigliare di Claude Debussy, accompagna l’ascoltatore ai brani adoperandosi in uno sforzo divulgativo esemplare. E poi suona. Veemente, con trasporto sempre intenso, colpendo magari più per l’effetto che per la precisione del segno ma provocando sempre una accorata partecipazione di un pubblico alla fine in piedi a chiedere bis e urlare “bravo”. Un Ravel semplicemente etonnant, un “Uccello di Fuoco” di Stravinskij che dosa potenza e misura e che in questa trascrizione appare in tutta la sua enorme modernità. Albanese è virtuoso ma mai manierista, entra nella composizione, la vive, ne sposa i silenzi, le cadenze, è una gioia anche da vedere oltre che da ascoltare. Ed è una gioia da ascoltare anche come oratore. Una serata di grande musica, di grande didattica, di grande condivisione. Una serata che dovrebbe insegnare a chi si occupa di programmazione culturale che la divulgazione, se fatta bene e con i personaggi giusti, può portare davvero ad un innalzamento della conoscenza e della consapevolezza critica del pubblico. Ricorderemo il concerto di Giuseppe Albanese anche per questo, oltre che per essere stato un omaggio alla danza e insieme un omaggio alla nobile arte della trascrizione.

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