New Conversations – Vicenza Jazz, “The Other Side, l’altra metà del jazz”, dal 10 al 20 maggio

La black music si tinge di rosa nell’edizione 2023 del festival New Conversations – Vicenza Jazz. Dal 10 al 20 maggio la kermesse vicentina, sotto il titolo “The Other Side, l’altra metà del jazz”, sarà un composito omaggio al mondo femminile nel jazz, con la presenza di artiste significative sia nazionali che internazionali, soprattutto delle ultime generazioni: le americane Nicole Mitchell, Myra Melford e Rachel Eckroth, la pianista greca Tania Giannouli, le francesi Anne Paceo e Joëlle Léandre, molte italiane a iniziare da Zoe Pia. Negli oltre cento concerti del programma artistico ideato da Riccardo Brazzale, ci saranno, naturalmente, anche grandi presenze maschili: Abdullah Ibrahim, Jan Garbarek in quartetto con Trilok Gurtu, Marc Ribot, Donny McCaslin, Hamid Drake, il quartetto di Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani, il duo di Danilo Rea e Michel Godard.

Prologo e Olimpico Jazz Contest

L’avvio di Vicenza Jazz 2023 seguirà un’escalation di intensità. In attesa del festival, il 30 aprile, in occasione della Giornata Internazionale UNESCO del Jazz, il Teatro Comunale di Thiene ospiterà un prologo musical-teatrale dedicato a Pasolini (come si ricorderà, lo scorso anno cadeva il centenario della nascita), con la Lydian Sound Orchestra e le voci narranti di Anna Zago e Paolo Rozzi.

Le prime due serate del festival ospiteranno la fase finale dell’Olimpico Jazz Contest, premio quest’anno dedicato ai chitarristi, promosso dalla Trivellato in partnership con Brutal Agency. Il 10 maggio all’Auditorium Fonato di Thiene si svolgeranno le semifinali della competizione; contestualmente si esibirà anche il quartetto Fin-Abate-Padoin-Patton che, con la partecipazione di Pietro Tonolo come ospite speciale, presenterà il disco Il testamento dell’albero (con musiche inedite di Marco Birro, nel cui ricordo la serata è dedicata).

L’11, al Teatro Comunale di Vicenza, la finale del concorso musicale lascerà poi spazio a un’esibizione in solo del chitarrista Marc Ribot, guru della scena avanguardistica downtown di New York grazie alle sue frequentazioni altolocate (Elvis Costello, Tom Waits…) e a una innata capacità di tenere l’ascoltatore col fiato sospeso in attesa del dipanarsi degli eventi sonori.

Anche il 12 sarà una serata di ‘preparazione’ all’abbuffata di live dei giorni successivi: al Teatro Astra andrà in scena la pièce teatrale Jitney di August Wilson: esperienze di vita afroamericana degli anni Settanta, nella cornice di ritmi e suoni jazz, blues e black folk, con un ricordo particolare per Nina Simone. Jitney è uno spettacolo che prenderà vita a maggio, in prima assoluta, a conclusione di un percorso che inizia sin dal 24 febbraio con un primo evento di parole e musica, sempre al Teatro Astra, nell’ambito delle iniziative del “Black History Month”, con il sostegno del consolato generale USA di Milano.

Marco Ribot

Grandi star tra oriente e occidente, passato e futuro

Incastonati nella rigogliosa rappresentanza femminile, troveranno spazio alcuni momenti a dir poco salienti con jazzisti capaci di performance memorabili.

Il sassofonista Jan Garbarek è il creatore di una personale visione lirica, ricca di ‘sentimento’ nordico, che si abbina in maniera singolare agli spunti world del percussionista indiano Trilok Gurtu, ospite d’onore della band del sassofonista norvegese (il 16, Teatro Comunale). Da anni Garbarek è probabilmente il nome più significativo nel panorama del jazz europeo, capace come pochi altri di un jazz al contempo lontano dal mainstream e, comunque, già storicizzato.

La serata del 18, al Comunale, sarà ricca di contrasti: in apertura le improvvisazioni hi-tech del sassofonista Donny McCaslin, il cui quartetto è praticamente l’ultima band di David Bowie, quella ascoltata su Blackstar, punto di riferimento per l’ispirazione tra jazz ed elettronica; si cambia registro, nel secondo set, con il quartetto “The Connection” co-diretto dal trombettista Fabrizio Bosso e dal sassofonista Rosario Giuliani, due solisti di spicco del jazz italiano fautori di un sound verace dalla marcata connotazione ritmica.

Abdullah Ibrahim, uno dei mostri sacri del piano jazz moderno, alle soglie dei novant’anni si esibirà in solo il 19 (all’Olimpico): un’occasione a suo modo unica per assaporare ancora una volta la sua sintesi altamente suggestiva tra le radici africane ed echi del free storico americano.

Jan Garbarek

The Other Side, l’altra metà del jazz

La rappresentanza jazzistica femminile invitata a Vicenza Jazz 2023 è geograficamente cosmopolita e artisticamente variegata.

Risaltano particolarmente le proposte del 15 e del 17 maggio.

Il 15 maggio, al Ridotto del Comunale, in un doppio set, si succederanno il trio della pianista greca Tania Giannouli, capace di una varietà linguistica ad alto tasso di libera improvvisazione, e il quartetto della batterista francese Anne Paceo, formazione dal notevole impatto visivo impegnata in un repertorio che prende l’ispirazione da un moderno spiritual jazz di vasta provenienza.

Il 17 al Teatro Olimpico si ascolterà il Tiger Trio, ovvero la flautista di Chicago Nicole Mitchell, la contrabbassista Joëlle Léandre e la pianista Myra Melford: l’arte della composizione istantanea portata al massimo livello di interplay. La serata prevede anche un set iniziale con un duo raffinato, formato da Michel Godard e Danilo Rea: un omaggio a Puccini (tra rivisitazioni operistiche e brani originali ‘alla maniera di’) dall’insolita strumentazione tuba-pianoforte.

Di grande rilievo anche la serata del 20 maggio al Teatro Comunale, aperta dalla pianista Rachel Eckroth, che immerge in un bagno di elettronica l’intera storia del jazz, e completata da un tributo ad Alice Coltrane firmato dal batterista Hamid Drake con una formazione piena di talenti (oltre a una solista d’eccezione che verrà resa nota a giorni).

A Zoe Pia è riservata una carte blanche. La giovane clarinettista sarda si esibirà in varie situazioni: dai duetti con il sassofonista svedese Mats Gustafsson (il 18, Palazzo Thiene) e con la pianista Cettina Donato (il 19, come prologo all’esibizione di Abdullah Ibrahim) sino all’iconico concerto di mezzanotte al Cimitero Maggiore, che la vedrà assieme ai Tenores di Orosei (il 19).

Il jazz entra anche in rapporto con altre dimensioni artistiche: ancora con la letteratura di Pier Paolo Pasolini nella performance “Solo una cosa ho avuto nel mondo” della cantante Monica Demuru assieme al percussionista Cristiano Calcagnile (il 12 maggio all’AB23); con la coreutica nell’incontro tra il pianista Simone Graziano e la danzatrice Claudia Caldarano (il 14, Museo civico di Palazzo Chiericati)

Tani Giannouli

Ritorno in piazza

L’ultima volta fu nel 2018 perché poi nel 2019, causa maltempo, si dovette andare al Comunale. Messo poi fuori gioco dalla pandemia, il tradizionale concerto gratuito in Piazza dei Signori torna finalmente quest’anno a illuminare il primo weekend del festival, grazie allo specifico contributo di AGSM-AIM. Sabato 13 maggio, direttamente dal Salento, la celeberrima Orchestra “La Notte della Taranta” sbarcherà a Vicenza, con tutto il suo corteo di ballerini posseduti, danzatori indiavolati e il necessario contorno di cantanti e musicisti impegnati a scatenare un’apoteosi della danza con sempre più vorticosi ritmi di pizzica, sino all’esorcismo finale. Una serata davvero gioiosa ed esuberante, che sarà come un ponte gettato tra la missione jazzistica del festival e un ascolto più immediato e di grande richiamo popolare.

La notte della Taranta

Prove generali di jazz club

Il Jazz Café Trivellato animerà la seconda serata festivaliera, confermandosi come punto di aggregazione di chi vive il jazz after hours. Il programma di questa sezione di Vicenza Jazz è ancora in via di definizione, ma per ora una novità è certa: i concerti si terranno nel Giardino del Teatro Astra (e in caso di maltempo all’interno del teatro stesso). Un ritorno in una location all’aperto, la cui inaugurazione avverrà il 12 maggio, con Mali Blues: Dimitri Grechi Espinoza, Gabrio Baldacci e Andrea Beninati esplorano le radici africane del blues; da qui al 20 maggio ogni sera ci saranno concerti, spesso con musiciste (si fanno i nomi della pianista Francesca Tandoi e del Trio Indaco, con dedica a Nina Simone e Billie Holiday).

Proxima: The Young Side

Dopo la positive esperienza della scorsa edizione, torna “Proxima: The Young Side”, la rassegna dedicata ai giovani musicisti di jazz, che nasce dalla collaborazione con l’associazione culturale Bacàn e che avrà luogo nella affascinante sede degli spazi ipogei di Palazzo Thiene.

Vicenza Jazz goes classic

Il jazz è una musica pronta ad assorbire stimoli da qualunque altro genere, dalla popular music ai capolavori della classica. E proprio con quest’ultima il festival apre un canale diretto: il 14 maggio (in collaborazione con la Società del Quartetto di Vicenza) ospitando il duo pianistico di fama mondiale formato dalle sorelle Katia e Marielle Labèque, impegnate in musiche di Debussy, Ravel, Schubert, Bernstein; il 21 maggio, epilogo del festival, con il progetto “Seasons and Mid-Seasons” che affianca la violinista classica Sonig Tchakerian, il sassofonista jazz Pietro Tonolo e l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta (in collaborazione con le Settimane Musicali al Teatro Olimpico). Entrambe le serate si svolgeranno al Teatro Olimpico.

Katia e Marielle Labèque

Per i concerti più importanti, le prevendite partiranno da subito alla biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza, in Viale Mazzini, oltre che sui siti www.tcvi.it e www.vicenzajazz.org

Direzione artistica: Riccardo Brazzale

Ufficio Stampa: Daniele Cecchini

cell. 348 2350217 – e-mail: dancecchini@hotmail.com

Informazioni

Teatro Comunale di Vicenza

Viale Mazzini, 39 – Vicenza

tel. 0444 324442

vicenzajazz@tcvi.it – biglietteria@tcvi.it

www.vicenzajazz.org; www.tcvi.it

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