Esclusiva di ViCult! Ivan Bigarella, Mario Ferracina e Alessandro Gottardo. Tre firme vicentine nel mondo Disney. Oggi in edicola il numero di “Topolino” in cui due di loro firmano la storia di copertina. Li abbiamo incontrati.

Il numero di Topolino in edicola oggi, mercoledì 2 Febbraio 2022, è il 3454. Il giornale esce dall’aprile del 1949. Fino al 1952 è stato mensile, poi quindicinale e dal 1960 è settimanale. Il numero di oggi però per noi è speciale. Infatti vede Vicenza grande protagonista. Non per le storie narrate (pochi mesi fa ci fu un Topolino Pigafetta molto bello a tal proposito) ma perché ben due disegnatori sono vicentini e si trovano entrambi in copertina. La storia (in due parti) della settimana è di Mario Ferracina e il disegno di copertina riguardante la storia medesima è di Ivan Bigarella. Se questo “evento” non bastasse, ecco che ai due nostrani se ne deve aggiungere un terzo: Alessandro Gottardo, ormai decano della rivista. Tre matite beriche protagoniste di uno dei periodici più venduti ed amati d’Italia. Tanto basta per fare di Vicenza una città Disney e per dedicare a loro tre questo pezzo.

La copertina del numero di oggi

IVAN BIGARELLA

“Sono ormai 14 anni che faccio questo strano mestiere. Ho lavorato nell’editoria per ragazzi (De Agostini e Mondadori) e da tre anni collaboro con Panini. Inoltre lavoro in advertising e insegno a Padova alla scuola internazionale di comics. A Topolino sono arrivato con un colpo di fortuna. Mi ha contattato Andrea Freccero, grande maestro Disney attuale art director della rivista.  Mi ha “beccato” su instagram e mi ha scritto in privato chiedendomi di fare una prova. Dopo qualche mese mi hanno gettato nella mischia e questo è il terzo anno che lavoro con loro”.

“A gennaio ho firmato la mia prima copertina ed è stato un momento bellissimo. Non mi aspettavo dopo soli tre anni di poterlo fare e in più la copertina rappresentava una mia storia, la mia prima saga”.

“A Vicenza ho fatto il liceo artistico e già disegnavo un sacco. Ho sempre letto Topolino, quindi parto da amante dell’animazione Disney di artisti come il maestro Cavazzano anche se, di fatto, prendo da tutto e tutti. Topolino in questi ultimi anni è cresciuto molto negli abbonamenti e devo dire che la direzione di Andrea Freccero ha dato una grande spinta creativa con un giusto grado di libertà anche se devi pur sempre rispettare il carattere dei personaggi classici”.

“Il pubblico è eterogeneo, non piace solo ai ragazzini. Ci sono molti appassionati sopra i 30 o i 40. Quando cresci con Disney poi non te ne disinamori più. Una differenza rispetto al passato può essere che adesso si punta sulle saghe in più puntate, un concetto preso dalle serie tv e questo incontra molto il gusto dei giovani”.

“Lavorare per Topolino significa rispettarne la storia ed i personaggi. Lo sforzo di creatività è enorme anche se Topolino e Paperino quelli sono e quelli rimangono. Ma imparando a disegnarli viene fuori il tuo tocco personale, ognuno ha il suo”.

“Evidente è che il mondo attorno a noi entra dentro ai fumetti, i personaggi stanno cercando di avere un allure moderna e si sta attenti anche banalmente alla cura di un palazzo o all’arredamento di una casa eccetera. In futuro, chissà, forse mi piacerebbe progettare qualcosa di più personale magari unendomi ad un buon sceneggiatore. Io sono dell’avviso che ognuno abbia un suo talento preciso, io non mi sento bravo nella scrittura per poter fare qualcosa da zero ad esempio”.

Ivan Bigarella

“Il personaggio preferito o che mi somiglia di più è Paperino. Molti lo ritengono uno sfigato cronico ma in realtà rappresenta la persona comune coi suoi problemi e i suoi difetti. Sono comunque affezionato anche a Topolino che non è affatto un personaggio perfetto che non sbaglia mai, è decisamente più complesso e poi è il più difficile da disegnare ed è sempre una bella sfida. Provo invece pena per Gastone che sta sulle balle a tutti ed è sempre da solo e questo me lo fa amare. Inoltre è stato il primo che ho disegnato”.   

MARIO FERRACINA

“Io sono nato e cresciuto a Camisano ed è stata la mia fortuna perché in paese viveva Aldo Capitanio, straordinario fumettista italiano. Ho sempre disegnato fin da piccolo, e questa è una cosa che son sicuro ti diranno tutti quelli che fanno il mio lavoro e tutti ti diranno anche che hanno iniziato sia a disegnare che a leggere con Topolino. Già da bambino riuscivo a capire la grandezza di alcuni disegnatori e capivo che Cavazzano, ad esempio, era meglio degli altri. L’amore per il fumetto c’è sempre stato, da Topolino fino ai Bonelli e poi un botto di manga, che non si direbbe, ma anche roba underground. Avendo sempre disegnato ad un certo punto mi son chiesto “e ora cosa ci faccio co ‘sti disegni?” In realtà avrei voluto fare il figurinista, che poi non sapevo neanche se esistesse come lavoro. Avrei comunque voluto essere quello che disegna le figurine. Mio padre collezionava fumetti e io amavo Jacovitti e all’inizio lo imitavo. Poi ho scoperto Aldo Capitanio a Camisano e il fatto mi ha smosso. Finalmente conoscevo uno che lavorava nei fumetti. Lo vedevo come un supereroe. Lui era molto schivo ma accoglientissimo. Ci ho parlato in realtà solo due volte per mostrargli i miei lavori, mi ha dato una mano quando ero già al liceo e mi disse “si vede che hai mano, ma tu vuoi viverci? Allora devi ricominciar da capo” . Me l’ha detto anche Cavazzano e quindi questa cosa del “ricominciar da capo” è diventata per me fondamentale perché bisogna capire un sacco di cose al di là dell’aspetto tecnico ed è un lavoro che non finisce mai di insegnarti. Anche adesso con Freccero sto imparando tantissimo”.

“Disney mi ha sempre influenzato al di là del fumetto. C’è tutto un mondo Disney ben riconoscibile, con una sua drammaturgia. Nonostante tutto, ad un certo punto avevo abbandonato l’idea di far fumetti. Dopo il liceo artistico ho fatto l’accademia di belle arti ma mi sono accorto che non avrei mai fatto l’artista. Così nel 2005 ho frequentato un corso europeo di grafica (pubblicitaria) all’Irigem a Rosà con docenti preparatissimi che mi hanno fatto capire cosa vuol dire insegnare. Ho poi iniziato a lavorare come grafico al Tank Studio ma mi rendevo conto che trovavo sempre la scusa per infilarci un disegno e che più che altro mi esprimevo come illustratore. Fu così che Alessandro Gottardo vide i miei lavori e mi segnalò alla scuola di comics di Padova dove iniziai ad insegnare nel 2011. La voglia del fumetto pian piano tornò e così approfittai dell’amicizia con Gottardo e gli chiesi “ma se volessi fare il fumettista cosa dovrei sapere?” e lui mi fece “intanto scordati di farlo a tempo perso perché il disegno disneyano è talmente vasto che per capirlo devi sempre ricominciare da capo, o lo fai serio o non fai nulla.” Negli stessi giorni, un altro collega, Andrea Rossetto mi disse “la Panini farà un concorso per Topolino ”. Era il 2013 e mi parve si stessero unendo i puntini sul disegno della mia vita. Un concorso della Panini per andarci a lavorare era una cosa abbastanza eccezionale”.

“Quell’estate lì mi sono auto punito e ho fatto tutto quello che chiedeva il concorso ovvero caricare dei pdf per argomenti nominati come dicevano loro pena l’esclusione (quindi attenzione alla produzione) con studio di personaggi, di fondali, di onomatopee, studio di personaggi a piacere, due pagine con sceneggiatura da fare ex novo. Finisco tra i selezionati. Ero scombussolato “vuoi vedere che ce la faccio?”. Così è andata. In realtà ho iniziato nel 2015, il mio primo incarico fu “Zio Paperone regresso nel mesozoico”, 40 pagine in un mese. Io dissi sì, senza capire che era una montagna altissima da scalare! Fu uno shock perché era la mia prima storia e l’ho sempre vista come una mia occasione mancata perché mi hanno dovuto affiancare un illustratore visto che non avrei mai consegnato in tempo e la fretta mi fece fare delle pagine che, a riguardarle adesso, trovo orrende. Oggi produco il doppio e molto meglio. Macinando pagine si migliora”.

Mauro Ferracina

“Non vivo più a Camisano da dieci anni ormai e mi sono trasferito in Toscana, ma tutto sarebbe capitato anche fossi rimasto qui. Il mondo Disney è eterogeneo ma Veneto e Liguria battono tutti, sono due vere e proprie scuole. Vicenza è speciale in questo. Noi tre siamo amici, non c’è nessuna rivalità, anzi, ci diamo una mano spesso, soprattutto Alessandro Gottardo che essendo quello più esperto e con più anzianità è per noi una specie di faro”.

ALESSANDRO GOTTARDO

“La cosa più sconvolgente capitata nella mia vita recente è che ho dovuto iniziare a svegliarmi presto. Quando fai figli è così. Ho passato decenni a disegnare tutta la notte e mai avrei pensato che un giorno avrei dovuto cambiare abitudini! Lavoro da così tanto tempo per Disney che ormai sono tra i vecchi. Son lì da quasi 40 anni, ero un enfant prodige e a dire il vero avrei potuto evolvermi molto di più. Ora son fermo da un paio d’anni perché sono come inciampato su me stesso. Complice la pandemia mi son messo a lavorare coi privati e quindi ho giornate pienissime tra la richiesta di un appassionato svizzero e una di un gallerista americano e poi pubblicità e un sacco di altre cose. Mi manca Topolino! Ma tornerò… Mario e Ivan sono due talenti pazzeschi, io sono un vecchio disegnatore. Con Mario siamo amici e spesso condividiamo la lezione a Padova alla scuola di comics. Son stato io a volerlo conoscere. Mauro Penzo, che animava Schio Comics, mi fece vedere un disegno grande di Mario e io dissi “ma questo ha talento!” e così mi sono presentato a ‘sto rockabilly con una camicia nera e delle diavolette rosse sui capezzoli. Un’idealista. Di Ivan ho visto i lavori segnalatemi da Freccero che l’ha chiamato lui stesso, cosa più unica che rara. Freccero è davvero una persona in gamba in un mondo in cui non è facile trovare gente così. Non tutti lo sanno ma in Italia viene prodotto l’ottanta per cento dell’intera produzione comics Disney del mondo. I nostri tre nomi sono quindi conosciuti ovunque nel giro come ovviamente quello del maestro Cavazzano. Io ho offerte che spaziano dal Giappone agli Stati uniti. Ho rimesso mano ai colori, alle tempere e son tornato nei negozi artistici. Comunque è una droga”.

“La bellezza rimane raccontare storie. Disney è un percorso non immediato, ci sono una serie di codici narrativi e tecnici per cui hai bisogno di macinare un bel po’ di pagine prima di padroneggiarli. A me, vecchia guardia, fanno paura ‘sti due!

Io ho iniziato da grande appassionato, devo molto ai miei che hanno accettato questa mia passione. Mio padre mi portava dai disegnatori e ha cercato di farmi conoscere dei professionisti come Aldo Capitanio, avevo 12 anni e mi dava degli insegnamenti generosi. A 17 anni a Treviso Comics, sempre accompagnato da mio padre, mi è stato indicato Cavazzano (si incontrava chiunque a Treviso, da Quino a Pratt all’editore Bonelli): mi avvicino e gli dico “senta potrebbe farmi un autografo” e lui mi fece un disegnino con la biro, vide la mia cartellina che tenevo sotto braccio e mi invitò nel suo studio. Diventò in pochissimo tempo il mio maestro. Io ero attirato più dai supereroi ma per Cavazzano feci dei fumetti Disney: prese in mano il mio lavoro e mi disse “vedi, questo Paperino in piedi? Vedi che le sue zampe sembrano lontane prospetticamente? La prossima volta fallo meglio” e da allora lo vidi con frequenza costante fino a che non mi disse che ero pronto. Quindi entrai a 21 anni nella grande famiglia. Topolino vendeva un milione di copie a settimana all’epoca. Era un fenomeno di massa. Iniziai e non mi fermai più. Per me Cavazzano è una specie di secondo padre. Ho pubblicato 300 storie Disney in tutto il mondo. Con Topolino e Disney c’è molto più che un rapporto di lavoro, c’è vero amore”.

Alessandro Gottardo e il maestro Giorgio Cavazzano
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