Vertical: Nordest Farwest. Il caleidoscopico mondo di una delle band più originali ed importanti del panorama vicentino.

I Vertical sono un gruppo talmente atipico e fuori dalle mode che è quasi impossibile non esserne fan. Cinque superbi musicisti, con una grande esperienza di concerti e collaborazioni, con personalità musicali differentissime e apertura mentale totale. Un approccio anarchico e noncurante delle regole della comunicazione imperanti. Non c’è un leader, non c’è una voce principale, non c’è un genere etichettabile, non c’è nemmeno una scelta se cantare o meno i brani. Negli anni 70 avrebbero fatto sfracelli, ora sembrano alieni. Quel che esce dallo scontro delle cinque menti è una musica libera, che attinge dal jazz e dal funk, con spruzzi velati di psichedelia e un afflato cinematico decisamente consistente. Ma ad ascoltarli bene ci senti pure molto altro. Esce in questi giorni un vinile dal titolo solo apparentemente criptico: “Uba Uba Cinema”. Per usare le loro parole “Uba Uba Cinema è imprescindibilmente connesso ad un luogo, sospeso tra la nostra immaginazione e gli umidi sotterranei della città”.

Il disco raccoglie tre ep usciti negli anni scorsi, dal 2016 al 2018, nell’ottica di differenziare la produzione esclusivamente digitale da quella fisica. Il vinile è materia, oggetto, ed in quanto tale può dare anche sfogo alle grafiche, ai simboli, alla passione per l’immagine, altra anima integrante dei Vertical.

La musica si presta ad un ascolto molto più eterogeneo di quanto non fosse nei tre capitoli singoli. Il motivo è che quei tre ep erano pensati come tre identità diverse, seppur siano stati composti e registrati nello stesso arco di tempo. Volendo fare un paragone, se gli ep erano i loro “Kid A” ed “Amnesiac”, questo album è il “Kid A Mnesia” la somma e la summa del tutto. Dentro si spazia tra gli intrecci di chitarra di “Alpha” alla fusion con fiati da big band di “Frank H. Medina”. Da una “Black Blood” in odore di Tortoise al pop rock psichedelico di “Memorex”. Vengono in mente anche i Battles in un brano come “Equoreaction” mentre l’approccio da jam lo si sente chiaro in “Sour”. La voce fa capolino qua e là, come cantato (raramente) e come voce sovraincisa proto-narrante che convince anche di più e aumenta il tocco descrittivo e cinematico. Esaltante risulta “The Evil Machine”, dalle aperture floydiane in odore tex/mex che poi diventa una colonna sonora anni 60 fatta da dei Calexico psichedelici. Ma tutto il lotto è da promuovere a pienissimi voti. Suoni, arrangiamenti, tecnica, è tutto ad alti livelli. Non ci rimane che incontrarli e scambiarci quattro chiacchiere.

Tre Vertical su cinque ci appaiono sullo schermo del computer. Sono Antonio (Toni) Gallucci, il sassofonista, Filippo (Pippo) Rinaldi, bassista e Nicola Tamiozzo, chitarrista. La band si compone anche del batterista Alessandro Lupatin e del tastierista Paolo Bortolaso. Questo è il resoconto di 40 minuti di Vertical pensiero, la durata di un album medio.

Pippo: Il disco raccoglie i tre ep che sono stati fotografia di un periodo che va dal ‘16 al ‘18. Rispecchiano la filosofia della band che è anarchica, non ha un leader e questo per noi è sia una forza che una disperazione. Cerchiamo di far combaciare le cose. Il punto per noi era quello di provare varie soluzioni finché una non avesse avuto senso ed in questo ci ha aiutato moltissimo Martino Cuman che non ha solo registrato il disco ma è venuto fisicamente alle prove e ha messo insieme le idee, nate come abbozzi separati.

Nicola: Siamo legati all’Uba Uba anche se c’era un periodo in cui eravamo “pieni” di quel posto e anche il solo entrare lì ci creava un tipo di sensazione…

Pippo: Sì sì, ansia e terrore!

Nicola: Erano anni in cui ci dividevamo tra i molti live e le ore in stanza a suonare e non pensavamo di poter fare un disco. Fu Martino a dirci che in realtà il disco ce l’avevamo già.

Pippo: L’abbiamo diviso in tre ep per un senso commerciale. Avevamo capito che sparare fuori un album con quella varietà di brani non era conveniente perché l’ascolto che la gente ha con Spotify non è il classico ascolto da disco intero e ci pareva quindi inutile mettere insieme 12 brani in una volta sola. I 3 ep facevano vedere tre facce diverse e la cosa ci piaceva. Dentro alla copertina di “Uba Uba” ci sono tutte le copertine degli ep. Le 3 grafiche rappresentano i nostri tre mondi musicali.

Toni: Li abbiamo raggruppati dopo perché ci siamo resi conto dei 3 filoni molto evidenti cercando un’omogeneità stilistica.

Pippo: L’ep “Alpha” racchiude un po’ tutte le caratteristiche dei Vertical. C’è anche la  fotografia della jam pura, oppure brani come “Black Blood” nati su una figura di contrabbasso.

Nicola: Poi quando entrano i fiati diventa Pink Floyd

Toni: Che ‘sta cosa dei Pink Floyd è strana: ci dicono in molti che ricordiamo i Floyd ma per noi sono il gruppo che ci influenza meno. Boh.

Nicola: Quello che dobbiamo ancora capire è se, dove e come inserire la voce sui brani. Di sicuro la pensiamo come uno strumento e non come un cantato classico.

Pippo: Credo un ottimo esempio si trovi in “Above the Head”, da un’intuizione di Martino.

Nicola: Questa cosa di essere liberi ci permette di non avere paletti e lasciare che il lato creativo sia davvero free. Dal punto di vista discografico però è un suicidio

Pippo: Essere eclettici ti fa sbattere la testa

Nic: Tutto questo è molto Vertical.

Pippo: Silva Cantele cantò con noi e io ho collaborato con lui in brani che deve ancora pubblicare. Una decina di anni fa, prima che uscisse “Black Palm” (il primo disco dei Vertical del 2014), Silva faceva solo hard core ma eravamo già “amici di palco” e c’era venuta l’idea di un progetto con lui alla voce, ma non è mai accaduto.

Interrompiamo il libero flusso dei pensieri e delle parole dei tre e proviamo a fare le classiche domande da intervista, anche se non è un approccio molto Vertical.

Il vostro rapporto con i live? Vi capiscono o il vostro essere così fuori dagli schemi è un problema?

Nicola: Eh, in effetti è un po’ un problema

Pippo: Per la scena jazz siamo troppo rock, per quella rock siam troppo jazz. Appena prima del covid avevamo messo a punto una scaletta che toglieva gli estremi tipici nostri e teneva un tiro funk e afro beat. E avevamo visto che le serate così andavano benissimo.

Nicola: Alla fine è tutta questione di scaletta e di cosa scegli di fare.

Toni: Ad esempio per il Lumen forse non siamo abbastanza electro ma potremmo pensare ad una scaletta ad hoc.

Pippo: Tutto si può fare. Ricordo che c’era un periodo in cui la Siae dava sgravi fiscali alle discoteche che facevano suonare un band live in apertura serata, e avevamo studiato roba fatta apposta in cassa dritta.

Nicola: Comunque c’è una nuova leva di persone che va ai concerti e di organizzatori che tendono a chiamarci con più frequenza.

Eh già perché ormai voi siete della vecchia guardia.

Toni: Guarda, di gruppi attivi nel vicentino che siano più vecchi di noi ce ne sono solo 2 o 3.

Come va invece nel resto d’Italia?

Pippo: Negli ultimi mesi avevamo degli accordi sia su Milano che su Roma ma ora la risposta è “non sappiamo nulla di quando potremmo fare i live”.

Nicola: C’è anche da dire che chi ha più potere contrattuale sta riempiendo i calendari e quindi le band indie vengono tagliate fuori perché rappresentano un rischio.

Ai talent ci avete mai pensato?

Nicola: Io sì che ci ho pensato ma chissenefotte. Però portare una band strumentale anche se durasse una sola puntata sarebbe figo per poter dire “esiste anche questa cosa!”

Pippo: A me i “Bengala Fire” quest’anno son piaciuti.

Ti brucia casa che disco salvi?

Pippo: “In the jungle groove” di James Brown. Dei recenti mi piace molto il lavoro di Floating Points con Pharoah Sanders.

Nic: Io ti dico “Eden’s Island” di eden ahbez, un freakettone stupendo che pochi ricordano

Toni: Io sono banale, lo so, ma non posso non dire “A Love Supreme” di Coltrane

La copertina di “Uba Uba Cinema”

“Uba Uba Cinema” non si trova nei negozi ma è acquistabile via bandacamp o mandando una mail a info@verticalmusic.it oppure scrivendo direttamente un messaggio sulla pagina facebook https://www.facebook.com/verticalmusicpage

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