Bisogna sempre ricordare che fare architettura significa costruire edifici per la gente, università, musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che diventano avamposti contro l’imbarbarimento. Sono luoghi per stare assieme, sono luoghi di cultura, di arte e l’arte ha sempre acceso una piccola luce negli occhi di chi la frequenta.
– Renzo Piano
Che a Vicenza non si studi architettura a livello universitario è un nonsenso totale. Ci riempiamo la bocca da secoli con “la città del Palladio” e non riusciamo ad organizzare un corso di architettura nel nostro territorio? Le cose, finalmente, stanno per cambiare. Ed è una notizia che merita molta attenzione ed un serio, indiscriminato, plauso.
Parliamo di uno dei più bei lasciti del 2021 che abbiamo appena salutato: l’arrivo a Vicenza dello IUAV.
Per chi non lo sapesse, lo IUAV è un’università statale che, dal 1926, si occupa di architettura, design, teatro, moda, arti visive, urbanistica e pianificazione del territorio.
Non sarà il famoso distaccamento della facoltà di architettura per gli studi palladiani ma è un serio primo piccolo passo.
Perché se è vero che il CISA organizza corsi e ha studenti provenienti da tutto il mondo, è anche vero che la dimensione universitaria della città ancora non esiste e che puntare sulla materia ovviamente più consona alla nostra storia per andare verso il concetto di città universitaria è la via maestra.
Notizia di questi giorni è il via libera dell’amministrazione all’incarico per la redazione del progetto definitivo di manutenzione straordinaria e riqualificazione del palazzo ex Aci di San Biagio, futura sede del corso di design del prodotto dell’università di architettura di Venezia.
Procede quindi a ritmi serrati l’iter per consegnare allo IUAV lo stabile ristrutturato entro il secondo semestre del prossimo anno accademico. Vogliamo cogliere tutto questo come un segno. Un tentativo di alzare il valore cittadino. C’è un altro tema a riguardo che diventa sempre più caldo ed è quello degli alloggi per gli studenti. Lo studentato di San Silvestro è lì pronto che aspetta. Vediamo che succederà.
Di certo c’è che la visione di una città e di una provincia non può non basarsi che sulla formazione e sull’eredità storica. E l’arrivo dello IUAV è una risposta che va verso questa visione. Vicenza è una città allargata, una delle provincie più varie e ricche (in senso lato) d’Italia. Ha il dovere di pensarsi polo universitario importante. Potrebbe divenire laboratorio d’architettura per immaginare il Palladio del futuro e pensare con meno spirito conservativo a quello che già c’è stato. Abbiamo più volte sollevato dubbi sull’espressione “la cultura è un’invenzione”, perché è forzata, fuorviante e molto poco “culturale”. Ma di certo l’architettura può dirsi materia d’invenzioni. Progettare un territorio, organizzare gli spazi del vivere sociale, ragionare in grande come fece il sommo architetto per dare un’immagine di Vicenza e provincia che sia un esempio. Il neopalladianesimo si rifaceva alle idee di Palladio. Ma vivere è andare avanti. Ci sarebbe bisogno di un neo-neopalladianesimo, che di quelle idee prendesse l’energia, la visionarietà e la forza rivoluzionaria. Partisse da qui sarebbe bellissimo e anche giusto.