Fuori fa freddo. Per settimane e settimane ho girato da solo per le strade. Sono molto giovane, ma finora la vita è stata sempre un enigma. La fame è una solida compagna.
Non che sia triste. Sono abituato a questa vita e ormai sono abbastanza sicuro di me stesso. Alla fine vado d’accordo con tutti e non mi fido di nessuno. Non ho ancora ben capito cosa voglio fare da grande, ma mi piaccio. Giro di parco in parco, si. Vivo un pò alla giornata, certo. Ma sono libero e mi diverto un mondo.
Bassano è bella. Piena di luci quando comincia sera. Con il rumore soffuso dell’acqua che scorre sotto il suo mitico Ponte. In centro le persone camminano tranquille come se andassero sempre e solo a spasso. Le ciàcole, con la loro cantilena, sembra ti accompagnino sempre con una nenia.
L’altro giorno ho incontrato Monica, una signora simpatica che mi ha preso subito in evidente simpatia. L’ho incontrata per caso al parco Parolini. Stava seduta, sola, su una panchina. Mi sono semplicemente avvicinato e subito, all’improvviso, come se ci conoscessimo da sempre, ha cominciato a raccontarmi la sua storia. Il marito Gianni se ne è andato tre anni fa. Una brutta e breve malattia l’ha portato via, lasciandola sola. I due figli vivono lontani. Alberto, il più giovane, si fa sentire spesso. Ha messo su famiglia a Barcellona, ha due figlie. Sono delle belle nipotine, allegre e vivaci. Ma si fa vedere ogni due anni. Marco invece vive a Napoli. Dicono che Napoli sia una bellissima città. Le piacerebbe andare a trovarlo. Si è appena sposato e sembra troppo occupato con il lavoro. Per questo non si fa vedere da sei mesi e si fa sentire di rado.
Monica, dopo la morte di Gianni si è chiusa in se stessa. Le amiche che aveva sono piano piano scivolate fuori dalla sua vita. Hanno ancora le loro famiglie accanto. Hanno altri ritmi, devono seguire altre situazioni che a Monica non interessano più. Anzi, la fanno sentire ancora più sola.
E’ stato bello ascoltare la sua voce calma, è stato un momento che non avevo mai ancora vissuto.
Sono rimasto lì per quasi due ore. Mi sentivo a mio agio, Come se avessi conosciuto Monica da sempre. L’aria poi sembrava tiepida, la panchina era comoda. Tra gli alberi faceva capolino il timido sole di dicembre. Alla fine, quando ormai era metà giornata, come d’istinto Monica mi ha chiesto se mi andava di pranzare con lei. Non me l’aveva ancora chiesto nessuno. Non ho saputo dire di no, anche se non capivo bene cosa sarebbe potuto succedere. In fondo sono ancora giovane e quindi inesperto.
Ma non ho esitato. Ho accettato. Sono andato con lei tranquillo, felice per l’invito.
Erano solo due giorni fa. Questi due giorni passati con Monica mi sembrano i più belli della mia vita. Oggi sono ancora qui con lei. Che mi racconta storie belle di quotidiana vita familiare. Con aneddoti che riguardano gli anni dolci con il marito giovane e i figli piccoli. Ormai Alberto e Marco mi sembra di conoscerli anche io. Anzi, non vedo l’ora di vederli.
E anche Monica mi sembra parte della mia vita.
Lei ora sta preparando un albero pieno di luci. Sento odori e profumi meravigliosi provenire dalla cucina. A tutte le persone che sente al telefono continua a ripetere “Buon Natale”. Io Natale non so ancora bene cosa sia. Però l’atmosfera mi piace. Spero tanto che con Monica sia nata una bella amicizia. Fosse così, il Natale diventerebbe bellissimo anche per me.
Così, vi dico anche io Buon Natale. Ve lo dico a modo mio, con le parole che conosco, che sono poche, ma ve lo dico con il cuore: Bau Bau Bau.
Ada Chimetto, Bassano del Grappa
