Sono esclusivamente donne. Armate di una passione e di una perseveranza senza pari. Uniscono la didattica al turismo, la divulgazione agli eventi culturali, le scuole alle famiglie, i musei e il patrimonio alla qualità della visita. Fanno in sostanza un lavoro impareggiabile per attenzione e presenza sul territorio. Si chiamano ARDEA, acronimo di Arte, Ricerca, Didattica e Archeologia. Sono un esempio di imprenditoria culturale d’eccellenza tutta al femminile che da 20 anni valorizza le ricchezze del territorio coinvolgendo target diversi, puntando alla qualità e sperimentando soluzioni innovative. Un’idea che prende vita dalla volontà di avvicinare le giovani menti al piacere di interpretare e conoscere la bellezza circostante, stimolando la curiosità e proponendo attività inclusive e multidisciplinari.
Su incarico della Direzione Musei Civici, l’associazione ARDEA, ha inaugurato la didattica museale a Vicenza nel 1998 ed è tuttora attiva in città e provincia, ispirandosi ad un principio di qualità nella selezione degli esperti e nell’elaborazione delle proposte che si avvalgono di materiali originali o in copia, performance teatrali e sempre più nuove strumentazioni tecnologiche. Oltre a proporre annualmente attività esperienziali di laboratorio in ambito storico, archeologico e artistico rivolte alle scuole e alla cittadinanza, l’associazione ha attivato, su incarico dei vari Enti, percorsi didattici nelle sedi museali, in Basilica Palladiana, a Palazzo Thiene, all’interno della Chiesa di Santa Corona, il Torrione scaligero e nelle aree archeologiche di corte Bissari e del criptoportico romano di piazza Duomo. In collaborazione con il Comune di Arcugnano e su incarico del Comune di Caldogno, ARDEA propone laboratori per alunni e adulti rispettivamente presso il lago di Fimon e Villa Caldogno. Tra le attività collaterali vanno segnalate la redazione dei pannelli espositivi in Pinacoteca, la sponsorizzazione del restauro della facciata del criptoportico romano e degli scavi archeologici di Palazzo Chiericati. La necessità di volgere lo sguardo verso il futuro e le nuove forme di divulgazione e comunicazione, ha portato ad un’apertura verso il mondo delle tecnologie digitali applicate all’ambito culturale: ne è un esempio la realizzazione di un viaggio virtuale all’interno della Pinacoteca per i piccoli pazienti dell’ospedale S.Bortolo. Sono in fase di progettazione collaborazioni con il Museo del Gioiello e il Museo Diocesano: in quest’ultimo caso attraverso la ricostruzione virtuale del criptoportico con la tecnologia della “realtà aumentata immersiva” e l’utilizzo di visori all’avanguardia. In corso è anche una collaborazione con la Centrale del latte per cui Ardea si occupa della formazione didattica per le classi scolastiche.
Quello che fa di ARDEA un plus vero e importante in città, è la visione globale che muove l’associazione. Ne abbiamo parlato con Chiara Franceschini, operatrice didattica ed instancabile risorsa di energia e positività. Una donna per cui nulla pare impossibile e che considera ogni occasione come propizia per stabilire una rete tra operatori e soggetti culturali. “Senza rete non si può far nulla – dice Chiara – e questa città soffre di un’assenza atavica di collaborazione trasversale. Noi abbiamo moltissime competenze ma di certo ci è impossibile pensare di essere omnicomprensive e ritengo sia fondamentale per la crescita di tutti, che ci sia la più ampia partecipazione di tutti gli interlocutori, siano pubblici o privati”. Chiara è l’esempio di come spesso a Vicenza le strade si debbano battere autonomamente, senza attendersi aiuti da qualsiasi parte. Il modus operandi di ARDEA è infatti una loro “invenzione” ma è un modello assolutamente replicabile e decisamente funzionale. L’idea di portare uno storytelling nei luoghi adatti alle visite è quanto mai attuale ed efficace. E questo accade sia con incursioni teatrali (spessissimo appannaggio della bravissima Martina Pittarello) sia con mostre ad hoc che con percorsi pensati per le scuole. ARDEA così facendo si propone di plasmare e crescere un pubblico più consapevole, più attento ai legami tra territorio e sociale, più critico e maturo. Un lavoro non solo di “esposizione” del patrimonio ma proprio di educazione al bello e al piacere della conoscenza. W le donne di ARDEA!