Sabato mattina tutto dedicato all’incontro con gli studenti del Liceo G.B.Quadri di Vicenza. Presenti una cinquantina di ragazzi che hanno assistito a due proiezioni. La prima, diretta da Ilaria Freccia, “La rivoluzione siamo noi” narrava il decennio ’67-’77 dentro ai movimenti artistici di città come Roma, Torino, Napoli, Venezia ed Amalfi. Un momento storico fertilissimo pieno di forti contraddizioni e tensioni politiche drammatiche. In questo periodo l’arte si concentrò più sul concetto di “performance”, di partecipazione anche fisica e di adesione umana totale alla causa. In sala anche la storica dell’arte Stefania Portinari, eccellenza vicentina. A seguire “Locus A Lucendo” di Alessandra Lancellotti, che racconta vita ed opera di Carlo Levi. Non solo autore di “Cristo si è fermato a Eboli” ma pittore, medico, uomo politico per passione condannato al confino, antropologo e poeta per vocazione. Peccato che di lui, nei programmi scolastici, non si parli affatto.
IL FILM DELLA SERA
Gran finale col grande Ninetto Davoli, un pezzo di storia non solo del cinema italiano ma anche di quel che vuol dire arte del popolo, poesia naturale delle cose. Ninetto è protagonista del bellissimo film di Sergio Naitza “L’isola di Medea” che torna sul rapporto tra Pasolini e Maria Callas, un rapporto che fu di vero amore, forse quello per eccellenza, che non si consuma ma si sublima. Davoli è custode di molti segreti che Pasolini gli rivelò, così come Dacia Maraini, altra protagonista della pellicola, che con la coppia Callas/Pasolini fece anche due lunghi viaggi in Africa. La segretaria della Callas, comunque, sostiene di averli li visti baciarsi. Rimane in ogni caso nn amore impossibile, data l’omosessualità di Pasolini. Tuttavia, un rapporto molto diverso da quello puramente amicale e complice che aveva con Laura Betti, che pure era innamorata di lui. D’altronde, come ci ha detto Ninetto, era impossibile non innamorarsi di Pierpaolo. E la Callas era come una bambina. Pensava di riuscire a “guarirlo”.
SIPARIO
Si chiude così il sipario sulla quarta edizione di questa rassegna. Negli anni si è vista crescere molto a livello di qualità delle produzioni proposte. Un livello da festival nazionale che merita tutte le attenzioni e oltre. Da lodare senza riserve il lavoro di Luca Dal Molin, uomo capace di imbastire grandi relazioni, dalla volontà e la passione senza fine, che ha capito bene quanto sia soddisfacente veder crescere la piantina che hai piantato, perché fare lavori di questo livello in provincia equivale a rischiare da una parte ma anche a poter lavorare minuziosamente sulla qualità da un’altra. Tra Isola e Vicenza (col festival dei corti), Luca ha portato un impagabile standing di qualità e serietà. Ci auguriamo vivamente che chi di dovere (soprattutto in città) lo sostenga a lungo.
Ringraziamo molto la Professoressa Roberta Lievore per l’aiuto e l’impegno. Un sentito grazie va anche a Francesco Brasco per l’immancabile e insostituibile lavoro.