Per comprendere fino in fondo un’opera d’arte, qualsiasi opera d’arte, occorre studiarne non solo i contenuti e la forma, ma anche entrare dentro al tempo storico che l’ha prodotta, calarsi temporalmente nella dimensione culturale, sociologica e tecnologica che regnava quando l’opera prese vita. Il giudizio che si basa sul contemporaneo, può essere fuorviante quando ci si approccia a produzioni passate, soprattutto se antiche. Il critico dunque, ma pure il semplice appassionato, deve fare uno sforzo e avvicinarsi al ruolo dello storico, estraniandosi dal qui ed ora. In musica si tende spesso a seguire i banali gusti, l’immediatezza delle emozioni, senza fare quel passo in più che ti può far capire e quindi amare molto di più certi autori o alcuni periodi. La grandezza di Wagner può essere intesa appieno senza studiare quel che portò il grande tedesco al rapporto con l’imperatore Ludwig e la conseguente nascita di Bayreuth? Si può entrare al cento per cento in Mahler senza conoscere gli aspetti biografici del triste genio viennese? E soprattutto, si può avere un quadro chiaro di certa musica antica senza averla mai davvero sentita nel suo suono originale? Esiste una corrente di studio a tal proposito che si chiama “filologia musicale” ed è su questo concetto che prende corpo la lodevolissima iniziativa di “Frau Musika”.
Il progetto verte sulla riscoperta degli strumenti originali storici e quindi del suono originale, in particolar modo nella musica barocca. La musica cosiddetta moderna o classica inizia col 1800 col secondo Haydn e poi decolla verso lidi astrali col sommo Beethoven. Per intenderci, il pianoforte era appena stato inventato, e i suoni degli strumenti di un’orchestra romantica sono praticamente gli stessi che possiamo udire anche oggi nella sale da concerto. Ma prima, fino a Mozart almeno, esisteva un altro campionario sonoro, prodotto da strumenti oggi desueti come il clavicembalo, la viola d’amore, il liuto, l’organo barocco, eccetera… Ecco che in questi giorni, a Palazzo Giustiniani Baggio a Vicenza, si è tenuta la prima parte di un processo selettivo per arrivare ad avere l’orchestra di Frau Musika, solo con strumenti originali. A spiegarlo è il responsabile del progetto, Andrea Marcon, professore ordinario di prassi esecutiva, organo e clavicembalo presso la Schola Cantorum Basiliensis . A Vicenza e Basilea si tengono le audizioni di ben 150 orchestrali che poi l’anno prossimo porteranno sui palchi le meravigliose ed eterne musiche di Bach. Per strumenti originali, spiega il Maestro Marcon, non si intende semplicemente il ricorso allo strumento originale d’epoca. Quel che è importante è che ci siano le caratteristiche foniche del tempo e il tener conto delle diversissime tecniche esecutive che allora vigevano. Uno studio approfondito quindi, una ricerca minuziosa e puntuale, per un progetto che non ha precedenti in Italia, soprattutto per numero di partecipanti. Il tutto non avrebbe avuto possibilità di essere realizzato senza il sostegno e la promozione della Fondazione Cariverona, che tanto ha fatto e continua a fare per la cultura in città. Il Presidente Alessandro Mazzucco è anche un grande appassionato e fine intenditore di musica, e la cosa aiuta non poco. Per qualsiasi info ulteriore rimandiamo al link qui sotto a fine articolo. Piccola postilla: in tempi di riapertura post pandemia, iniziative del genere sono una grande boccata d’aria fresca, fa comunque sorridere il fatto che la pausa, in gergo musicale, in tedesco si dica “corona”….