seconda parte dell’intervista a Lorenza Urbani Lunetta… se vi siete perse (chissà perchè uso il femminile…) la prima parte andate a rileggerla qui https://www.vicult.net/2021/08/04/un-bella-chiacchierata-con-lorenza-urbani-lunetta-per-parlare-di-un-tema-davvero-tabu/
D: la tua è una battaglia contro la cultura dominante o contro l’ignoranza?
La mia battaglia ha tante facce nemiche: la prima è il tabù e la violenza sulle donne e le bambine.
Ne seguono la poca educazione sessuale e la medicina patriarcale. Perché la soluzione ideale alla “contraccezione” é una pillola che crea squilibri ormonali cancellando l’ovulazione? Una donna è fertile per due giorni mentre gli uomini sono fertili tutto il mese : non era più facile lavorare sugli uomini? E così potrei andare avanti per ore (ndr. Non ho dubbi)….
D: Chi si sente più minacciato dalla tua divulgazione?
Credo che la società in generale abbia paura della forza femminile e non sappiamo che il sangue è una delle nostre potenze più grandi. E il sangue mestruale è l’unico sangue che esce pacificamente e senza ferite dal corpo. Minacciano molto il mio lavoro le “nostre” paure e i “condizionamenti sociali” che forse servono a costruire una società strutturata, ma non a creare un vincolo sano con il nostro corpo ciclico.
D: Agli uomini cosa si dovrebbe insegnare? E non c’è il pericolo che “sensibilizzare” gli uomini su certi temi li renda meno virili?
Agli uomini bisognerebbe insegnare il silenzio e il rispetto per la ciclicità.
La virilità può condurre al maschilismo, mentre la sensibilità che possono avere gli uomini è la via verso il rispetto e dell’educazione. Gli uomini fanno parte di una società violenta e dovrebbero cominciare a lavorare sui privilegi che sostengo un mondo dove ancora oggi c’è poco spazio per le donne.
D: Tuo marito ti appoggia in questa tua azione divulgativa? Come si vive in una coppia così “consapevole”?
Mio marito mi ha accompagnata da sempre nel mio lavoro, in primis nella mia auto esplorazione delle emozioni legate al mio ciclo mestruale ovarico.
Grazie a lui e alla sua presenza nella paternità (che fa parte dell’educazione e responsabilità mestruali) possiamo insieme capire le esigenze e i bisogni in ogni fase del ciclo. La nostra è una comunicazione aperta che prende in considerazione anche le mie fasi ormonali nelle scelte quotidiane.
D: quando e quanto ti senti soddisfatta del tuo lavoro?
Io sono felice quando parlo e gioco con le marionette “vulve”.
Fare un lavoro che amo, che mi stimola, che mi permette di mettere al servizio la mia creatività-pazzia al servizio delle bambine e delle donne è per me un regalo unico. Un regalo del mio utero che non è nel mio corpo solo per fare figli/e, ma appunto è uno strumento di piacere anche in ambito professionale e lavorativo.
Mi soddisfa quando una donna capisce che il suo corpo è lunare, che il sangue accompagna le sue esperienze e non è un impiccio mensile come ci hanno fatto credere. Amo quando dopo un percorso individuale l’agenda della vita cambia tenendo in considerazione i bisogni reali e sinceri.
Vado a letto felice quando dopo un corso per bambine mi dicono che non hanno più paura di sanguinare.
Una donna sanguina e non muore. Questa forza fa paura.
D: Cosa rappresenta per te l’Argentina? E l’Italia? Quanto essere cittadina del mondo ti ha aiutata nel tuo percorso e quanto invece è difficile?
L’Argentina rappresenta una forma diversa di vita (con le sue difficoltà e le sue gioie). Senza dubbio il continente sudamericano mi ha aperto le porte di una cultura ancestrale e popolare. l’Italia rappresenta le mie radici. L’argentina i germogli rossi delle mie ricerche e passioni.
Il percorso di vita tra i due mondi mi ha confermato che il sangue mestruale unisce donne di tutto il mondo e che l’educazione mestruale non ha frontiere ed è necessaria in ogni angolo del pianeta terra. Essere cittadina del mondo è per me una responsabilità enorme prima di tutto nel rispettare ogni cultura, la sua storia e ammettere i miei privilegi e la fortuna che ho sempre avuto.
D: Come arrivano le persone a capire che abbiamo bisogno di educazione mestruale?
Non possiamo fare a meno di capirlo!
Una mamma scopre che non sa cosa rispondere a sua figlia quando le chiede “perché hai il ciclo” e la risposta non è “per fare figlie/i” perché è solo una delle mille opzioni che ci offre il ciclo menstruale ovarico.
Una psicologa che si rende conto che durante l’università nessuno le ha insegnato che non è la stessa cosa avere una emozione durante l’ovulazione piuttosto che durante le mestruazioni. Peggio ancora quando questo tipo di pensieri viene ricondotta e patologizzato nella sindrome pre-Mestruale.
Una maestra scopre che nelle aule non ci sono strumenti didattici per lavorare sul tema.
Le donne che seguo nei miei incontri individuali generalmente si fanno domande sulle mestruazioni quando non riescono a essere madri, quando soffrono, quando si sentono inferiori o quando queste si trasformano in problemi che la medicina non affronta integralmente.
Per me il silenzio mestruale è un problema sociale! Col mio lavoro cerco di accompagnare, anche attraverso scoperte dolorose, donne curiose che vogliono scoprire perché il ciclo è uno strumento personale di forza, di salute e … di magia.
Lorenza ripartirà per l’Argentina in autunno, se volete contattarla
edc.mens.lunatica@gmail.com
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